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view post Posted: 31/8/2018, 17:26     +1Chirurgia dell'epilessia, quando si ricorre all'intervento - LA CHIRURGIA DELL'EPILESSIA
Chirurgia dell'epilessia, quando si ricorre all'intervento
La Neurochirurgia del Bambino Gesù garantisce tutte le procedure chirurgiche che esistono in questo ambito: dalla resezione delle zone epilettogene alla neuromodulazione. L'intervista al dottor Carlo Efisio Marras
Gli interventi di Chirurgia dell'epilessia rappresentano un'importante attività svolta dall'Unità di Neurochirurgia del Bambino Gesù. L'ospedale è uno dei pochi centri italiani a garantire numerose opzioni diagnostiche e terapeutiche riguardanti questo tipo di chirurgia. Con il dottor Carlo Efisio Marras, responsabile dell'Unità abbiamo parlato dell'esperienza del Bambino Gesù in questa ambito.

Dottore quali sono i pazienti con epilessia per i quali si opta per l'intervento chirurgico?

Si ricorre alla chirurgia per i pazienti con epilessie farmacoresitenti, cioè che non rispondono alla terapia farmacologica. In alcuni casi si può intervenire chirurgicamente anche nell'epilessia non farmacoresistente soprattutto quando l'intervento comporta un basso rischio e può determinare la guarigione definitiva del paziente senza più assunzione dei farmaci.

Quali sono i test che permettono di capire se una forma di epilessia può essere trattata chirurgicamente?

A volte si può definire il problema attraverso una semplice valutazione ambulatoriale. Ci sono casi con epilessia che già dalla risonanza magnetica e dall'analisi del tracciato (l'elettroencefalogramma), possono essere considerati candidabili alla chirurgia. Nelle situazioni non chiare, ci sono unità (come la nostra) che hanno la possibilità di ricoverare il bambino ed effettuare un long term monitoring, cioè un monitoraggio continuo tramite elettroencefalogramma e una videocamera per permette di documentare i sintomi che ha il bambino nel corso di una crisi. In questo modo si riesce a inquadrare l'epilessia e proporre un'eventuale trattamento chirurgico. Ci sono situazioni in cui neanche questa osservazione prolungata e approfondita è sufficiente. In questi casi possiamo ricorrere alla stereo EEG.

Come funziona questa procedura?

Si definisce un piano di trattamento che prevede il posizionamento di elettrodi intracerebrali. È un'operazione che richiede una metodica abbastanza complessa che richiede l'uso di un sistema robotico, di cui disponiamo, e che permette di posizionare gli elettrodi di registrazione con assoluta precisione. Grazie alla disponibilità di sofisticati sistemi è possibile inoltre ricostruire, per ciascun paziente, un modello tridimensionale che permette di definire la posizione degli elettrodi, il loro rapporto con le strutture anatomiche e con quelle funzionalmente eloquenti. In questo modo viene registrata l'attività cerebrale profonda del paziente, nelle zone ritenute epilettogene. Nell'arco di una settimana circa, il paziente resta ricoverato con questo tipo di impianto per la registrazione dell'attività EEG. I dati raccolti vengono poi analizzati dal personale dell'Unità che elabora così tutte le informazioni necessarie per poter indicare la strategia di intervento chirurgico più adeguata.

Quali sono le opzioni a disposizione del paziente nel trattamento chirurgico dell'epilessia?

A seconda della situazione si possono effettuare interventi di resezione, disconnessione o neuromodulazione. Nel primo caso, al paziente viene asportata chirurgicamente la zona individuata come epilettogena. Nel caso in cui l'area cerebrale in questione sia molto vasta, invece, il neurochirurgo può disconnetterla, interrompendo le connessioni dell'area riconosciuta come patologica dal resto del cervello sano. Con questa metodica è possibile curare gravi forme con coinvolgimento di un emisfero o uno più lobi cerebrali o aree volumetricamente più contenute come nel caso di rare malformazioni come gli amartomi ipotalamici. Nello specifico trattiamo questa malformazione epilettogena attraverso una procedura endoscopica mininvasiva che ne consente appunto la disconnessione. Ci sono delle problematiche tecniche nella realizzazione di questa procedura che abbiamo superata con l'ausilio del robot. Siamo l'unico centro italiano che svolge la tecnica di endoscopia con l'ausilio del sistema robotico.

Qual è il valore aggiunto dell'utilizzo di questo strumento?

Il supporto del robot garantisce un'alta precisione, grazie alla flessibilità funzionale del suo braccio che permette di avere un continuo controllo diretto e al tempo stesso di visualizzare, come qualsiasi sistema di navigazione, la posizione dell'endoscopio rispetto alla risonanza contenente le immagini del paziente. Ci sono inoltre forme di epilessia in cui i due lobi frontali si attivano in maniera sincrona causando crisi molto intense che determinano frequenti e gravi cadute. In questi casi possiamo ricorrere alla callosotomia: un intervento che prevede la disconnessione parziale del sistema (il corpo calloso) che mette in comunicazione i due suddetti lobi. Grazie a questa procedura l'intensità e la gravità delle crisi diminuiscono sensibilmente. Nei casi in cui pensiamo sia necessario ricorrere a un intervento di resezione o disconnessione, cerchiamo sempre di giungere alla diagnosi il più presto possibile per permettere al bambino di ottenere il miglior outcome, non solo epilettologico ma anche cognitivo comportamentale.
Quindi prima si interviene chirurgicamente e migliori sono i risultati?

Si, tanto più un bambino è trattato precocemente, tanto maggiori sono le possibilità di successo. Se trattiamo un bambino entro i primi 3 o 4 anni di vita disconnettendo un'area (o addirittura un emisfero se è necessario) l'adattamento funzionale del resto del cervello sarà significativamente maggiore.

Oltre alla resezione e alla disconnessione prima accennava a una terza tipologia di intervento?

Si, gli interventi di neuromodulazione. Esistono pazienti in cui per eliminare le crisi epilettiche (per la contemporanea presenza di più aree epilettogene o per un'elevato rischio funzionale) non è possibile svolgere una resezione o una disconnessione. In questi casi l'obiettivo cambia e diventa quello di contenere il numero di queste crisi o la loro intensità. In questi casi si ricorre alle procedure di neuromodulazione. La più diffusa è la stimolazione del nervo vago. Viene effettuata attraverso l'impianto di un pacemaker collegato attraverso un elettrodo al nervo vago. La stimolazione del nervo permette di stimolare specifiche strutture cerebrali che attivate riescono a ridurre l'eccitabilità della corteccia e quindi anche quella della zona epilettica con conseguente controllo delle crisi. Ci sono altre procedure di neuromodulazione che riguardano una stimolazione diretta dei nuclei cerebrali connessi con le aree riconosciute come epilettiche. Tramite elettrodi a permanenza, la cui attività è controllata da generatori di impulsi impiantabili, è possibile ottenere un parziale ma efficace controllo dell'attività epilettica.

Dalla sua descrizione emerge che questi interventi siano altamente complessi. In questi casi come gestite il rapporto con le famiglie dei pazienti che vengono sottoposti a queste procedure?

Cerchiamo di incontrare le famiglie dei pazienti in più momenti del percorso; ci confrontiamo anche con gli psicologi che ci danno un feedback sulla situazione del paziente e dei genitori. Cerchiamo di informare la famiglia quanto più possibile raccontando anche il percorso successivo all'intervento. Inoltre cerchiamo di sostenere le famiglie permettendo di accompagnare il bambino in sala operatoria fino al momento in cui si "addormenterà", informandole nel momento in cui l'intervento ha inizio e aggiornandole periodicamente sull'andamento della procedura chirurgica. Questo anche allo scopo di cercare di contenere la preoccupazione e di rafforzare l'alleanza fra noi e i genitori. Ci sono interventi molto complessi che durano 12 o 13 ore e in questi casi si vivono ore di grande tensione. Se non avessimo un gruppo di medici e di infermieri competenti, dedicati e motivati non riusciremmo a farci carico di una situazione così complessa ma con prospettive terapeutiche certamente efficaci.

http://www.ospedalebambinogesu.it/chirurgi...to#.W4lq4-QUlZQ
view post Posted: 29/8/2018, 18:52     +1Scoperti “tunnel” segreti tra il cranio e il cervello - NEWS MEDICINA
Scoperti “tunnel” segreti tra il cranio e il cervello
Uno studio apparso su Nature Neuroscience mostra l’esistenza di insoliti “tunnel” presenti tra il cranio e il cervello che permettono alle cellule immunitarie di viaggiare verso il tessuto cerebrale prendendo una sorta di “scorciatoia” per arrivare in maniera più rapida in quelle aree infiammate lesionate, per esempio a seguito di un ictus.

Nello specifico i ricercatori hanno analizzato i neutrofili, una cellula immunitaria che di solito è tra le prime ad arrivare nel punto della lesione o dell’infiammazione.
A spiegare importanza di questa scoperta è Francesca Bosetti, ricercatrice presso presso il National Institute of Neurological Disorders and Stroke (NINDS) del NIH che ha fornito finanziamenti per lo studio.
Secondo la Bosetti “L’infiammazione gioca un ruolo fondamentale in molti disturbi cerebrali ed è possibile che i canali appena descritti possano essere importanti in una serie di condizioni. La scoperta di questi canali apre molte nuove vie di ricerca”.

I risultati di questo studio mostrano, oltre al fatto che il cervello e il midollo osseo del cranio possono “comunicare” in maniera diretta, che il midollo osseo non contribuisce in maniera uniforme nel rifornimento di cellule immunitarie.
Le modalità della scoperta le spiega Matthias Nahrendorf, professore presso l’Harvard Medical School and Massachusetts General Hospital in Boston: “Abbiamo iniziato a esaminare il cranio con molta attenzione, osservandolo da tutti gli angoli, cercando di capire come i neutrofili stanno arrivando al cervello. Inaspettatamente, abbiamo scoperto minuscoli canali che collegavano il midollo direttamente con il rivestimento esterno del cervello.”

Fonti e approfondimenti
◾Researchers unearth secret tunnels between the skull and the brain | National Institutes of Health (NIH) (IA)
◾Direct vascular channels connect skull bone marrow and the brain surface enabling myeloid cell migration | Nature Neuroscience (DOI: 10.1038/s41593-018-0213-2) (IA)
https://notiziescientifiche.it/scoperti-tu...-e-il-cervello/


I canali che fanno da "ponte" tra il cranio e il cervello per permettere alle cellule immunitarie di raggiungere il tessuto danneggiato (credito: Nahrendorf Lab)
view post Posted: 24/8/2018, 13:29     +1Premiata ricercatrice del Poli: inventa laser per curare tumore al pancreas - NEWS MEDICINA
Premiata ricercatrice del Poli: inventa laser per curare tumore al pancreas
Inventa un laser per la cura non invasiva del tumore al pancreas: premiata ricercatrice del Poli
Paola Saccomandi e il suo team svilupperanno una tecnologia per rimuovere questa forma tumorale senza danneggiare i tessuti circostanti
32 anni, un dottorato di ricerca in ingegneria biomedica all'università Campus bio-medico di Roma e un contratto da professore associato al Politecnico di Milano. Questo il curriculum di Paola Saccomandi, la scienziata che ha ricevuto 1,5 milioni di euro - sotto forma del prestigioso premio Grant European Research Council - per il suo progetto Laser Optimal, tecnologia che si propone di trattare in maniera non invasiva e in modo personalizzato il tumore al pancreas.

Insieme al suo team la ricercatrice svilupperà una piattaforma terapeutica per rimuovere le forme localizzate di tumore al pancreas senza creare danno ai tessuti e alle strutture anatomiche circostanti. Questa tecnologia permetterà di agire sulla forma tumorale tenendo conto dei parametri specifici del singolo paziente e attuando una terapia ad hoc. Ulteriore vantaggio di Laser Optimal, infine, sarà la sua applicabilità anche a pazienti che non possono essere sottoposti a intervento chirurgico tradizionale.
Il progetto di Saccomandi e della sua équipe si avvarrà di modelli matematici per predire l'efficacia dei trattamenti proposti e di nanotecnologie che consentono di limitare il danno termico del laser al solo tumore, evitando di andare a toccare i tessuti sani. Questi elementi consentiranno di mettere in atto una cura potenzialmente alternativa alla pratica chirurgica. Allo sviluppo di Laser Optimal collaboreranno il Laboratorio di misure e strumentazione e l’Unità di endoscopia digestiva del Campus bio-medico e del Policlinico Gemelli di Roma, l’Ihu di Strasburgo e il Beckman Research Institute of the City of Hope di Duarte (California).
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Premiata ricercatrice del Poli: inventa laser per curare tumore al pancreas
Il professore associato del Politecnico, Paola Saccomandi


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view post Posted: 23/8/2018, 21:51     +1MedChew RX Gomma da masticare a base di cannabis per combattere sclerosi multipla e fibromialgia - NEWS MEDICINA
Gomma da masticare a base di cannabis per combattere sclerosi multipla e fibromialgia
Una casa farmaceutica americana sta avviando la sperimentazione clinica di una gomma da masticare a base di cannabis. La MedChew RX contiene un doppio principio attivo: il THC e il cannabidiolo. È pensata per ridurre dolore e convulsioni nei pazienti colpiti da sclerosi multipla e fibromialgia, ma nei prossimi mesi sarà testata anche in chi soffre di malattie intestinali e dermatiti.
Creata gomma da masticare a base di cannabis per combattere il dolore cronico e gli spasmi provocati da sclerosi multipla e fibromialgia. A metterla a punto un'equipe di scienziati della casa farmaceutica americana AXIM Biotechnologies, Inc., tra le aziende più attive al mondo nella sperimentazione della cannabis sul fronte terapeutico. La gomma da masticare, chiamata MedChew RX, ha appena superato i test di stabilità nel rilascio delle molecole, dunque garantisce la necessaria biodisponibilità del principio attivo nell'organismo. Si tratta di un passaggio chiave per poter procedere alla sperimentazione clinica. Ma come funziona MedChew RX? La gomma si basa su una combinazione di due dei principi attivi più noti della cannabis: il delta-9-tetraidrocannabinolo, conosciuto comunemente con l'acronimo di THC, e il cannabidiolo (CBD), quest'ultimo già presente in prodotti ricreativi nella marijuana legale (non è uno psicoattivo). Poiché questi composti si degradano piuttosto velocemente, in particolar modo il primo dei due, i test di stabilità si sono resi necessari per verificarne il corretto rilascio attraverso una ‘semplice' gomma da masticare. I ricercatori della AXIM hanno superato l'ostacolo con una tecnologia di microincapsulazione proprietaria, che garantisce un risultato superiore del 90 percento. “I dati di questi studi sono una componente essenziale nella produzione e nelle comunicazioni normative e siamo lieti di vedere risultati così positivi per il nostro programma MedChew Rx”, ha dichiarato George E. Anastassov, uno dei dirigenti ricercatori di AXIM Biotech. L'approvazione per i primi test clinici della gomma è stata già data dalle autorità olandesi; ora si attende solo che AXIM comunichi il dettaglio del proprio programma sperimentale. I creatori della gomma sono molto ottimisti sui risultati della ricerca, del resto vi sono diversi studi a sostegno delle proprietà analgesiche, antiinfiammatorie e anticonvulsivanti dei principi attivi della pianta. Proprio per questo la gomma MedChew RX è stata progettata per i pazienti affetti da sclerosi multipla e per quelli da fibromialgia o sindrome di Atlante, una sindrome reumatica caratterizzata da dolore cronico diffuso, possibili disturbi d'ansia e depressivi. I benefici deriverebbero anche dal semplice atto del masticare.
Sulle possibilità di successo di MedChew RX va tenuto in considerazione che c'è già un primo farmaco a base di cannabis approvato dalla FDA. Si tratta dello sciroppo Epidiolex prodotto dalla casa farmaceutica britannica GW Pharmaceuticals, in grado di ridurre significativamente le convulsioni scaturite da due gravi forme di epilessia infantile, la sindrome di Lennox-Gastaut (una encefalopatia) e la rara sindrome di Dravet o epilessia mioclonica grave dell'infanzia. Nei prossimi mesi gli scienziati di AXIM testeranno la gomma da masticare all'Università di Wageningen (Paesi Bassi) anche su pazienti con sindrome dell'intestino irritabile e malattie infiammatorie alla stregua della colite ulcerosa e del morbo di Crohn , mentre al Dermatological center Maurits clinic The Hague dell'Aja sarà somministrata a pazienti con dermatite atopica e psoriasi.

continua su: https://scienze.fanpage.it/gomma-da-mastic...e-fibromialgia/
http://scienze.fanpage.it/
gomma-da-masticare-cannabis-638x425
view post Posted: 23/8/2018, 18:10     +1Clinical Trial: A Study to Assess the Safety and Efficacy of Lacosamide (Vimpat®) - EPILESSIA NEL MONDO / EPILEPSY IN THE WORLD
Clinical Trial: A Study to Assess the Safety and Efficacy of Lacosamide (Vimpat®) Versus Placebo (a Pill Without Active Medication) in Patients With Idiopathic Generalised Epilepsy Who Are Already Taking Anti-epileptic Medications (VALOR)
The VALOR study is investigating whether Lacosamide (Vimpat®)—when taken with current anti-epileptic medicine—helps decrease the number of seizures patients experience. This study enrolls children and adults who are at least 4 years or older, have epilepsy with primary generalized tonic clonic seizures, had at least 2 seizures in the past 12 weeks, and are on a stable dose of anti-epileptic medicines. Patients have a 50% chance of receiving placebo; they have the opportunity to receive Lacosamide for another two years afterwards in an open-label extension study. The study is running in a total of 23 countries, including the United States.

Eligibility Criteria:

Ages Eligible for Study: 4 Years and older (Child, Adult, Older Adult)
Sexes Eligible for Study: All
Accepts Healthy Volunteers: No

Inclusion Criteria:
•Subject with a confirmed diagnosis at least 24 weeks prior to Visit 1 and a disease onset prior to 30 years of age, consistent with idiopathic generalized epilepsy (IGE) experiencing primary generalizedtonic-clonic (PGTC) seizures (Type IIE) that are classifiable according to the International League Against Epilepsy (ILAE) Classification of Epileptic Seizures (ILAE, 1981)
•Subject has 3 PGTC seizures during the 16-week Combined Baseline (12-week Historical Baseline plus 4-week Prospective Baseline)
•If a brain magnetic resonance imaging (MRI)/computed tomography (CT) scan has been performed, there must be no evidence of any progressive abnormality or any lesion likely to be associated with partial-onset seizures
•Subject has been maintained on a stable dose regimen of 1 to 2 non-benzodiazepine marketed Antiepileptic drugs (AEDs) OR 1 to 3 AEDs (with 1 AED identified as a benzodiazepine) for at least 28 days prior to Visit 1 with or without additional concurrent stable Vagus nerve stimulation (VNS)
•Subjects are required to have had an electroencephalogram (EEG) report consistent with IGE (eg, generalized 3Hz epileptiform discharges and a normal EEG background) confirmed by a Central Reviewer
Exclusion Criteria:
•History of partial onset seizures or EEG findings indicating partial onset seizures
•Symptomatic generalized epilepsy, e.g. Lennox-Gastaut Syndrome
•Lifetime history of suicide attempt, or suicidal ideation in past 6 months
•Women of child bearing potential must practice contraception according to protocol requirements
•Regular use of clozapine, monoamine oxidase (MAO-A) inhibitors, barbiturates (for indication other than epilepsy) within 28 days prior to Visit 1
•Use of Vigabatrin within the last 6 months
https://www.cureepilepsy.org/news/clinical...-without-active

Sperimentazione clinica: uno studio per valutare la sicurezza e l'efficacia di Lacosamide versus placebo (una pillola senza farmaci attivi) in pazienti con epilessia generalizzata idiopatica che stanno già assumendo farmaci antiepilettici (VALOR)
Lo studio VALOR sta studiando se Lacosamide (Vimpat®) - quando assunto con l'attuale farmaco antiepilettico - aiuta a ridurre il numero di pazienti con crisi convulsive. Questo studio registra bambini e adulti che hanno almeno 4 anni o più, hanno epilessia con crisi tonico-cloniche generalizzate primarie, hanno avuto almeno 2 crisi nelle ultime 12 settimane e hanno assunto una dose stabile di farmaci antiepilettici. I pazienti hanno una probabilità del 50% di ricevere placebo; hanno la possibilità di ricevere Lacosamide per altri due anni in uno studio di estensione in aperto. Lo studio è in corso in un totale di 23 paesi, compresi gli Stati Uniti.

Criteri di idoneità:

Età ammissibile per lo studio: 4 anni e più (bambino, adulto, adulto più anziano)
Sessi idonei per lo studio: tutti
Accetta volontari sani: no

Criterio di inclusione:
• Soggetto con una diagnosi confermata almeno 24 settimane prima della Visita 1 e insorgenza di una malattia prima dei 30 anni di età, in accordo con l'epilessia generalizzata idiopatica (IGE) che ha avuto convulsioni primarie generalizzate-cloniche (PGTC) classificabili secondo la classificazione alla International League Against Epilepsy (ILAE) Classification of Epileptic Seizures (ILAE, 1981)
• Il soggetto ha 3 sequestri di PGTC durante la baseline combinata di 16 settimane (baseline storica di 12 settimane più baseline prospettica di 4 settimane)
• Se è stata eseguita una scansione di risonanza magnetica cerebrale (MRI) / tomografia computerizzata (TAC), non deve esserci evidenza di un'anomalia progressiva o di qualsiasi lesione suscettibile di essere associata a crisi ad esordio parziale
• Il soggetto è stato mantenuto su un regime posologico stabile da 1 a 2 farmaci antiepilettici non-benzodiazepina commercializzati (DAE) O da 1 a 3 farmaci antiepilettici (con 1 AED identificato come benzodiazepina) per almeno 28 giorni prima della visita 1 con o senza stimolazione nervosa vagale concomitante (VNS)
• I soggetti devono avere un rapporto elettroencefalogramma (EEG) coerente con IGE (es. Scariche epilettiformi 3Hz generalizzate e uno sfondo EEG normale) confermato da un revisore centrale
Criteri di esclusione:
• Anamnesi di crisi a esordio parziale o risultati EEG che indicano crisi parziali
• Epilessia generalizzata sintomatica, ad es. Sindrome di Lennox-Gastaut
• Anamnesi di tentativi di suicidio, o ideazione suicidaria negli ultimi 6 mesi
• Le donne in età fertile devono praticare la contraccezione secondo i requisiti del protocollo
• Uso regolare di inibitori della clozapina, monoammina ossidasi (MAO-A), barbiturici (per indicazioni diverse dall'epilessia) entro 28 giorni prima della visita 1
• Uso di Vigabatrin negli ultimi 6 mesi
https://translate.google.it/?hl=it


A Study to Assess the Safety and Efficacy of Lacosamide Versus Placebo (a Pill Without Active Medication) in Patients With Idiopathic Generalised Epilepsy Who Are Already Taking Anti-epileptic Medications (VALOR)

Study Design

Study Type : Interventional (Clinical Trial)
Estimated Enrollment : 200 participants
Allocation: Randomized
Intervention Model: Parallel Assignment
Masking: Quadruple (Participant, Care Provider, Investigator, Outcomes Assessor)
Primary Purpose: Treatment
Official Title: A Double-blind, Randomized, Placebo-controlled, Parallel-Group, Multicenter Study to Evaluate the Efficacy and Safety of Lacosamide as Adjunctive Therapy for Uncontrolled Primary Generalized Tonic-Clonic Seizures in Subjects With Idiopathic Generalized Epilepsy
Study Start Date : April 2015
Estimated Primary Completion Date : May 2019
Estimated Study Completion Date : July 2019
https://clinicaltrials.gov/ct2/show/study/NCT02408523
view post Posted: 22/8/2018, 18:35     +1VIDEO:Sclerosi: Prof. Paolo Zamboni sulla 'pista genetica' - NEWS MEDICINA
Sclerosi: Zamboni sulla 'pista genetica'
'Molecular Medicine' pubblica studio su relazione geni-proteine
(ANSA) - FERRARA, 20 AGO - Nella vena di una persona con Sclerosi multipla (Sm) ci sono 964 geni diversi da quelli della giugulare di persone senza la malattia, e alcune proteine potrebbero avere un ruolo. E' partito da queste considerazioni un nuovo studio del professor Paolo Zamboni, ricercatore leader del 'Brave Dreams' sulla Ccsvi che, seppur senza convincere l'intera comunità scientifica, che resta divisa sul rapporto Ccsvi-Sm, ha fornito nuovi spunti di ricerca (raccolti in questo studio su 19 persone) sulla relazione tra questi geni e la loro espressione proteica nel plasma dei pazienti."La ricerca fa emergere una possibile correlazione fra l'attività di questi geni e l'insorgenza della malattia a prescindere dagli effetti della Ccsvi", scrive La Nuova Ferrara, dopo la pubblicazione dello studio su 'Molecular Medicine', ripreso da diversi siti. Alla ricerca 'Changes in expression profiles of internal jugular vein wall and plasma protein levels in multiple sclerosis' ha partecipato anche il neurologo Fabrizio Salvi.
www.ansa.it/emiliaromagna/notizie/2...c6586f2b60.html
3921b2a4efec86ab75fea563f8a9fea9_970905

Paolo Zamboni‏
La pista dei geni trascritti nella parete della vena giugulare interna
@SantAnnaNotizie @UniFerrara @Tg3web #CCSVI #sclerosimultipla
view post Posted: 22/8/2018, 00:48     +1NeuroPace introduces the Next-Gen RNS system for epilepsy - Vns (Vagal Nerve Stimulation, stimolazione del nervo vagale)


NeuroPace Launches Next Generation RNS System, the World’s Only Brain-Computer Interface for the Treatment of Refractory Epilepsy
Next Gen RNS System provides unprecedented brain data with long-lasting, 8-year battery life.

MOUNTAIN VIEW, Calif — June 1, 2018 – NeuroPace, Inc., a Silicon Valley-based medical technology company, today announced the launch of its Next Gen RNS® System for the treatment of refractory epilepsy, which affects an estimated 1 million people in the United States alone. The RNS System is a type of brain-computer interface that treats seizures by continuously monitoring brain waves, recognizing each patient’s unique “seizure onset fingerprint,” and automatically responding with imperceptible electrical pulses before seizures occur.

Epilepsy is a chronic disorder originating in the brain, characterized by unpredictable seizures. Approximately 50 million people worldwide have epilepsy, making it one of the most common neurological diseases globally.i In the United States, more people live with epilepsy than autism spectrum disorder, Parkinson’s disease, multiple sclerosis and cerebral palsy—combined. About one-third of individuals living with epilepsy are refractory to medications.ii

“NeuroPace revolutionized epilepsy therapy in 2013 with the introduction of the world’s first closed loop, brain-responsive neuromodulation system—the only device that applies brain-computer interface technology to successfully treat refractory focal onset epilepsy,” said NeuroPace CEO Frank Fischer. “We have maintained our relentless focus on product innovation, and are excited to make the Next Gen RNS System—with twice the longevity and twice the memory in the same size device—available to our physician customers and their patients.”

The Next Gen RNS System is a major advance over the existing system. The battery life of the RNS Neurostimulator has more than doubled from 3.9 to 8.4 years at medium stimulation settings, which will allow patients to live their lives with fewer interruptions. The amount of available memory has also doubled, which will allow physicians to review a wider set of brain activity data.

The first new implantation of the Next Gen RNS System took place in New York City in a procedure performed by neurosurgeon Werner Doyle, MD. “We are delighted to have a patient at NYU Langone Health be the first to receive the new device, which provides a therapeutic option for prolonged seizure control in patients with epilepsy who do not respond to medications,” says Orrin Devinsky, MD, director of NYU Langone’s Comprehensive Epilepsy Center. “Our goal as epilepsy providers is to utilize the latest technologies to explore every treatment avenue to positively impact the lives of patients with this devastating disease going forward.”

“In addition to compelling therapeutic benefits, the RNS System allows clinicians—for the first time—to view their patient’s brain activity over months and years,” notes Martha Morrell, MD, Chief Medical Officer at NeuroPace. “With nearly 3 million stored electrographic recordings, we now have an unprecedented window to the brain. We are optimistic that the clinical insights gained from this large body of data will help clinicians continue to improve their patients’ outcomes and, ultimately, to transform the way we treat brain disorders.”

To learn more about the Next Gen RNS System, please visit www.neuropace.com/professionals.

About the NeuroPace RNS® System
The RNS System is the world’s first and only closed loop brain-responsive neurostimulation system designed to prevent epileptic seizures at their source. As a type of brain-computer interface, the RNS System treats seizures by continuously monitoring brain waves, recognizing each patient’s unique “seizure onset fingerprint,” and automatically responding with imperceptible electrical pulses before seizures occur. The RNS System is composed of a neurostimulator, leads that are placed at the seizure foci, a remote monitor used by patients to upload their data, and a RNS Tablet and Patient Data Management System (PDMS) used by physicians. Physicians can remotely view their patient’s electrographic data on a secure website, and program the device settings to personalize therapy for each individual’s unique brain patterns.

The RNS® System is an adjunctive therapy for adults with refractory, focal onset seizures with no more than 2 epileptogenic foci. See important safety information at www.neuropace.com/safety/

About the RNS System® Clinical Study Data
The RNS System demonstrated safety and effectiveness in a rigorous multi-center, double-blinded, randomized controlled pivotal study of 191 patients across 31 epilepsy centers. It has also been evaluated in a Long-Term Treatment (LTT) Study, which represents the largest prospective clinical study in the field of neuromodulation with 8 year follow up data. The RNS System significantly reduced seizures with continued improvement over time. At eight years, patients achieved a 73% median reduction in seizures. Of this group, 30% of patients achieved 90% seizure reduction or better in the most recent three months, and 29% had at least one period of 6 months or more without seizures.iii Patients also reported significant quality of life improvements, including cognition, physical health, mental health, and seizure worry.iv

About NeuroPace
NeuroPace is the global leader in the emerging field of brain-computer interface technologies, which is projected to become a $1.2 billion market by 2024. We are dedicated to developing groundbreaking technology and advancing brain science to improve the quality of life for millions of individuals who suffer from neurological disorders. The company’s first product, the RNS System, is the only FDA-approved brain-responsive neurostimulator for the treatment of focal onset refractory epilepsy.
https://www.neuropace.com/neuropace-launch...ion-rns-system/



NeuroPace lancia il sistema RNS di nuova generazione, l'unica interfaccia al mondo per computer per il trattamento dell'epilessia refrattaria
Next Gen RNS System fornisce dati del cervello senza precedenti con una durata della batteria di 8 anni di lunga durata.

MOUNTAIN VIEW, California - 1 giugno 2018 - NeuroPace, Inc., una società di tecnologia medica con sede a Silicon Valley, ha annunciato oggi il lancio del suo Next Gen RNS® System per il trattamento dell'epilessia refrattaria, che colpisce circa 1 milione di persone in solo negli Stati Uniti. Il sistema RNS è un tipo di interfaccia cervello-computer che tratta le convulsioni monitorando continuamente le onde cerebrali, riconoscendo l'impronta di ogni singolo "impronta di crisi" di ciascun paziente e rispondendo automaticamente con impulsi elettrici impercettibili prima che si verifichino attacchi epilettici.

L'epilessia è una malattia cronica originata nel cervello, caratterizzata da attacchi imprevedibili. Circa 50 milioni di persone in tutto il mondo hanno l'epilessia, rendendola una delle più comuni malattie neurologiche a livello globale. Negli Stati Uniti, più persone convivono con l'epilessia rispetto al disturbo dello spettro autistico, alla malattia di Parkinson, alla sclerosi multipla e alla paralisi cerebrale. Circa un terzo delle persone che convivono con l'epilessia sono refrattarie ai farmaci.ii

"NeuroPace ha rivoluzionato la terapia per l'epilessia nel 2013 con l'introduzione del primo sistema al mondo di neuromodulazione a circuito chiuso, cervello-reattivo, l'unico dispositivo che applica la tecnologia dell'interfaccia cervello-computer per trattare con successo l'epilessia refrattaria dell'inizio dell'insorgenza", ha dichiarato il CEO di NeuroPace Frank Fischer. "Abbiamo mantenuto la nostra incessante attenzione all'innovazione di prodotto e siamo entusiasti di rendere il sistema Next Gen RNS, con una durata doppia e una memoria doppia rispetto a quella della stessa dimensione, disponibile per i nostri clienti e pazienti".

Il sistema NextN RNS rappresenta un importante progresso rispetto al sistema esistente. La durata della batteria del neurostimolatore RNS è più che raddoppiata da 3,9 a 8,4 anni a impostazioni di stimolazione media, che consentiranno ai pazienti di vivere la loro vita con meno interruzioni. Anche la quantità di memoria disponibile è raddoppiata, il che consentirà ai medici di rivedere una serie più ampia di dati sull'attività cerebrale.

Il primo nuovo impianto del sistema Next RNS si è svolto a New York in una procedura eseguita dal neurochirurgo Werner Doyle, MD. "Siamo lieti che un paziente alla NYU Langone Health sia il primo a ricevere il nuovo dispositivo, che offre un'opzione terapeutica per il controllo prolungato delle crisi in pazienti con epilessia che non rispondono ai farmaci", dice Orrin Devinsky, MD, direttore di Centro di epilessia completo della NYU Langone. "Il nostro obiettivo come fornitori di epilessia è quello di utilizzare le ultime tecnologie per esplorare ogni via di trattamento per incidere positivamente sulla vita dei pazienti con questa malattia devastante in corso".

"Oltre ai convincenti benefici terapeutici, il sistema RNS consente ai medici, per la prima volta, di visualizzare i loro pazienti

https://translate.google.it/?hl=it
view post Posted: 22/8/2018, 00:15     +1VIDEO:New Minimally Invasive Approach to Epilepsy Care | Norton Neuroscience Institute - EPILESSIA NEL MONDO / EPILEPSY IN THE WORLD
New Minimally Invasive Approach to Epilepsy Care | Norton Neuroscience Institute
Pubblicato il 21 ago 2018
Dr. David Sun, neurosurgeon with Norton Neurosciences Institute, discusses new minimally invasive approaches to Epilepsy care


Epilepsy Care
Specialized care for the treatment of seizure disorders and epilepsy
The National Association of Epilepsy Centers has recognized Norton Neuroscience Institute as a Level 4 Epilepsy Center. The designation means we provide the highest level of medical and surgical evaluation and treatment for patients with complex epilepsy.

Norton Neuroscience Institute is committed to providing the region’s most comprehensive care for people with epilepsy and seizure disorders. Our multidisciplinary team consists of highly trained clinicians who have access to a state-of-the-art epilepsy monitoring unit at Norton Brownsboro Hospital in northeastern Louisville. Norton Neuroscience Institute also offers a First Seizure Clinic to provide rapid and accurate diagnosis after the onset of seizure symptoms.
https://nortonhealthcare.com/services-and-...vices/epilepsy/
Cura dell'epilessia
Assistenza specialistica per il trattamento dei disturbi convulsivi e dell'epilessia
L'Associazione nazionale dei centri per l'epilessia ha riconosciuto il Norton Neuroscience Institute come Centro per l'epilessia di livello 4. La designazione significa che forniamo il più alto livello di valutazione e trattamento medico e chirurgico per i pazienti con epilessia complessa.
Norton Neuroscience Institute si impegna a fornire l'assistenza più completa della regione per le persone affette da epilessia e disturbi convulsivi. Il nostro team multidisciplinare è composto da medici altamente qualificati che hanno accesso a un'unità di monitoraggio dell'epilessia all'avanguardia presso il Norton Brownsboro Hospital, nel nordest di Louisville. Norton Neuroscience Institute offre anche una clinica prima crisi di fornire una diagnosi rapida ed accurata dopo l'insorgenza dei sintomi sequestro
view post Posted: 21/8/2018, 22:11     +1Epilessia focale: individuata un’area sentinella nel cervello - NEWS EPILESSIA
Epilessia focale: individuata un’area sentinella nel cervello
I ricercatori hanno individuato un’area sentinella del cervello utile per la rilevazione automatica precoce delle crisi nell’epilessia focale.

“Le crisi epilettiche vengono classificate in convulsioni focali (parziali) e convulsioni generalizzate, a seconda che la scarica delle cellule nervose si verifichi in una sola regione della corteccia cerebrale o in tutta la corteccia cerebrale”.

I pazienti con epilessia focale che non rispondono ai farmaci hanno urgente bisogno di trattamenti alternativi.

In un primo studio pilota, i ricercatori dell’Università dell’Alabama di Birmingham hanno identificato un’area sentinella del cervello che potrebbe dare un allarme precoce prima che compaiano le manifestazioni cliniche delle crisi. Hanno anche convalidato un algoritmo in grado di rilevare automaticamente quell’allarme precoce.

Questi due risultati offrono la possibilità di impedire il manifestarsi di una crisi epilettica focale – prima che il paziente avverta qualche sintomo – attraverso la neurostimolazione della zona sentinella del cervello. Questo procedimento è in qualche modo simile al modo in cui un defibrillatore impiantabile nel cuore può arrestare le aritmie cardiache prima che feriscano il cuore.

Nello studio pilota, tre pazienti affetti da epilessia sottoposti a chirurgia cerebrale per mappare la fonte delle loro crisi epilettiche focali hanno anche dato il consenso ad aggiungere un ulteriore aspetto investigativo ai loro interventi pianificati.
Mentre i neurochirurghi inseriscono nel cervello degli elettrodi lunghi e sottili simili a aghi per mappare la posizione della tempesta elettrica che inizia un attacco epilettico, hanno anche posizionato con attenzione gli elettrodi per aggiungere un altro compito – registrare simultaneamente l’attività elettrica sul nucleo anteriore del talamo.

Il talamo è una struttura seduta nel profondo del cervello che è ben collegata con altre parti del cervello e controlla il sonno e la veglia, quindi è spesso chiamato il “pacemaker” del cervello. È importante sottolineare che studi preclinici hanno dimostrato che le fonti focali di convulsioni nella corteccia possono assumere altre parti del cervello per generare una crisi epilettica. Una di queste aree reclutate è il nucleo talamico anteriore.
Il team UAB guidato da Sandipan Pati, Assistente Professore di neurologia, ha scoperto che quasi tutte le crisi epilettiche rilevate nei tre pazienti – iniziate nelle aree focali della corteccia al di fuori del talamo – hanno anche reclutato le attività nel nucleo talamico anteriore dopo un brevissimo lasso di tempo. È importante sottolineare che entrambe queste attività elettriche iniziali sono apparse prima di qualsiasi manifestazione clinica delle crisi.

I ricercatori dell’UAB hanno anche utilizzato l’elettroencefalogramma, le registrazioni cerebrali dei pazienti per sviluppare e convalidare un algoritmo che fosse in grado di rilevare automaticamente l’inizio di tale attività elettrica nel nucleo talamico anteriore.

“Questa scoperta eccitante apre la strada allo sviluppo di una terapia di stimolazione cerebrale che può alterare le attività nella corteccia stimolando il talamo in risposta a un attacco”, ha detto Pati. “La neurostimolazione del talamo, invece della corteccia, eviterebbe l’interferenza delle crisi con la cognizione e in particolare con la memoria”.

“Nell’epilessia, diversi aspetti della memoria diminuiscono”, ha spiegato Pati. ” In particolare la memoria a lungo termine, come ricordare nomi o ricordare eventi. La causa comune è che l’epilessia colpisce l’ippocampo“.

Nessuno dei pazienti ha avuto complicazioni dagli interventi chirurgici e il team della UAB sta ora estendendo lo studio a un’altra dozzina di pazienti per confermare i risultati.

“Speriamo che, dopo aver completato lo studio con un gruppo più grande, possiamo considerare la stimolazione del talamo per il trattamento dell’epilessia focale”, ha detto Pati. Il prossimo passo avrà l’obiettivo di migliorare il controllo delle convulsioni per migliorare cognizione, vigilanza e memoria nei pazienti.

Per i pazienti con epilessia che non rispondono ai farmaci, l’intervento chirurgico per mappare la fonte delle crisi focali è un preludio a due opzioni di trattamento attuali: la chirurgia o la stimolazione continua e profonda del cervello. Se la ricerca UAB ha esito positivo, la stimolazione cerebrale profonda verrebbe utilizzata quando inizia il sequestro e avrebbe come obiettivo il talamo.

Lo studio di fattibilità, ” “Automated detection of mesial temporal and temporoperisylvian seizures in the anterior thalamic nucleus”, è stato pubblicato sulla rivista Epilepsy Research.

Fonte: UAB News
https://www.medimagazine.it/epilessia-foca...a-nel-cervello/


Automated detection of focal epileptic seizures in a sentinel area of the human brain
Patients with focal epilepsy that does not respond to medications badly need alternative treatments.

In a first-in-humans pilot study, researchers at the University of Alabama at Birmingham have identified a sentinel area of the brain that may give an early warning before clinical seizure manifestations appear. They have also validated an algorithm that can automatically detect that early warning.


These two findings offer the possibility of squelching a focal epilepsy seizure — before the patient feels any symptoms — through neurostimulation of the sentinel area of the brain. This is somewhat akin to the way an implantable defibrillator in the heart can staunch heart arrhythmias before they injure the heart.


In the pilot study, three epilepsy patients undergoing brain surgery to map the source of their focal epilepsy seizures also gave consent to add an investigational aspect to their planned surgeries.


As neurosurgeons inserted long, thin, needle-like electrodes into the brain to map the location of the electrical storm that initiates an epileptic seizure, they also carefully positioned the electrodes to add one more task — simultaneously record the electrical activity at the anterior nucleus of the thalamus.

The thalamus is a structure sitting deep in the brain that is well connected with other parts of the brain. The thalamus controls sleep and wakefulness, so it often is called the “pacemaker” of the brain. Importantly, preclinical studies have shown that focal sources of seizures in the cortex can recruit other parts of the brain to help generate a seizure. One of these recruited areas is the anterior thalamic nucleus.
The UAB team led by Sandipan Pati, M.D., assistant professor of neurology, found that nearly all of the epileptic seizures detected in the three patients — which began in focal areas of the cortex outside of the thalamus — also recruited seizure-like electrical activity in the anterior thalamic nucleus after a very short time lag. Importantly, both of these initial electrical activities appeared before any clinical manifestations of the seizures.

The UAB researchers also used electroencelphalography, or EEG, brain recordings from the patients to develop and validate an algorithm that was able to automatically detect initiation of that seizure-like electrical activity in the anterior thalamic nucleus.

“This exciting finding opens up an avenue to develop brain stimulation therapy that can alter activities in the cortex by stimulating the thalamus in response to a seizure,” Pati said. “Neurostimulation of the thalamus, instead of the cortex, would avoid interference with cognition, in particular, memory.”

“In epilepsy, different aspects of memory go down,” Pati explained. “Particularly long-term memory, like remembering names, or remembering events. The common cause is that epilepsy affects the hippocampus, the structure that is the brain’s memory box.”

Pati said these first three patients were a feasibility study, and none of the patients had complications from their surgeries. The UAB team is now extending the study to another dozen patients to confirm the findings.

“Hopefully, after the bigger group is done, we can consider stimulating the thalamus,” Pati said. That next step would have the goals of improved control of seizures and improved cognition, vigilance and memory for patients.

For epilepsy patients where medications have failed, the surgery to map the source of focal seizures is a prelude to two current treatment options — epilepsy surgery to remove part of the brain or continuous, deep-brain stimulation. If the UAB research is successful, deep brain stimulation would be given automatically, only as the seizure initiates, and it would be targeted at the thalamus, where the stimulation might interfere less with memory.

The feasibility study, “Automated detection of mesial temporal and temporoperisylvian seizures in the anterior thalamic nucleus,” is published in the journal Epilepsy Research.


Co-first-author Diana Pizarro is an electrical engineer with an expertise in EEG digital signal processing. She is a graduate student in the UAB Department of Neurology. Co-first-author Adeel Ilyas, M.D., is a resident in the UAB Department of Neurosurgery.

Co-authors with Pizarro, Ilyas and Pati are Emilia Toth, Ph.D., and Rosana Esteller, Ph.D., UAB Department of Neurology; Andrew Romeo, M.D., and Kristen O. Riley, M.D., UAB Department of Neurosurgery; and Ioannis Vlachos, Ph.D., Louisiana Tech University Department of Mathematics and Statistics.
https://www.uab.edu/news/research/item/969...the-human-brain
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Grad student Diana Pizarro, left, and Sandipan Pati, M.D.
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Adeel Ilyas, M.D.
view post Posted: 21/8/2018, 21:23     +1Verso una medicina rigenerativa avanzata per curare l’epilessia - NEWS EPILESSIA
Verso una medicina rigenerativa avanzata per curare l’epilessia
La medicina rigenerativa avanzata si trova al confine tra medicina rigenerativa e ingegneria neurale. La ricerca dell’UE ha affrontato la forma più comune di epilessia, utilizzando tessuto cerebrale modulato da componenti elettronici.
Verso una medicina rigenerativa avanzata per curare l’epilessia
L’epilessia del lobo temporale (TLE, temporal lobe epileps) è la forma più comune di epilessia e, tuttavia, quella più insensibile al trattamento. I pazienti presentano uno schema tipico di danno cerebrale progressivo che influisce sui processi cognitivi ed emotivi.

Il progetto H2020 dell’UE Re.B.Us ha lavorato per gettare la basi di approcci bioibridi al fine di indurre l’auto-guarigione del cervello disfunzionale. Come spiega la ricercatrice dott.ssa Gabriella Panuccio, «il nostro obiettivo era quello di ottenere la prova di concetto che il cervello malato può essere guarito mediante un approccio bioibrido, che fonde strumenti di biologia e di ingegneria».

Modelli di attività elettrica nella TLE

I ricercatori hanno utilizzato un modello in vitro di sezioni di cervello di roditore con TLE comprendenti aree cerebrali fondamentali nella TLE, trattate farmacologicamente per indurre i tipici modelli di attività elettrica osservati nei pazienti con TLE.

Per modulare tali schemi ci si è avvalsi della combinazione dell’elettrofisiologia con matrice di microelettrodi con strumenti di ingegneria. Un dialogo fisiologico tra le regioni cerebrali colpite è stato ristabilito tramite ponti elettronici. «Al centro del progetto sperimentale c’era il segnale generato dall’ippocampo, che può prevenire le convulsioni avviate dalla corteccia ma che è compromesso nella TLE», sottolinea la dott.ssa Panuccio.

Ripristino del dialogo tra corteccia e ippocampo

I ricercatori sono stati in grado di rettificare la propensione per le convulsioni corticali rimpiazzando innanzitutto il segnale mancante della regione ippocampale del cervello con uno schema di stimolazione elettrica surrogata che imita le dinamiche temporali dell’attività dell’ippocampo.

Successivamente, hanno utilizzato un ponte elettronico unidirezionale per ristabilire il dialogo funzionale tra ippocampo e corteccia. In definitiva, è stata utilizzata una sezione di ippocampo come tessuto di «innesto» per sostituire l’ippocampo della sezione di corteccia «ospite» allo scopo di controllare l’attività epilettica in quest’ultima. «Questo rappresenta l’obiettivo finale di Re.B.Us e tali esperimenti pionieristici preannunciano la fattibilità dell’approccio bioibrido proposto dal progetto», sottolinea la dott.ssa Panuccio.

Modulazione elettrica geniale

Nell’ultima parte del lavoro, i ricercatori di Re.B.Us hanno stabilito un ponte elettronico bidirezionale tra due sezioni distinte di cervello, una che agisce da ippocampo con innesto «sano» e l’altra che funge da corteccia ospite «malata». Gli eventi patologici rilevati nella corteccia hanno innescato la stimolazione elettrica dell’ippocampo che, a sua volta, ha provocato il rilevamento di attività nell’ippocampo e la stimolazione elettrica sulla corteccia. Il software di controllo sviluppato è stato attentamente perfezionato per raggiungere la politica di stimolazione ottimale al fine di coinvolgere reciprocamente l’innesto e i tessuti dell’ospite, per ridurre significativamente l’attività epilettica.

Nei regni dell’ignoto - ingegneria neuromorfica e intelligenza artificiale

A seguito del paradigma in vitro semplificato di Re.B.Us, il passo logico successivo consisterà nell’utilizzare organoidi di ippocampo come tessuto di innesto in roditori epilettici in vivo. La dott.ssa Panuccio spiega: «Gli organoidi di ippocampo sono repliche bioingegnerizzate di tessuto ippocampale che possono essere generate in vitro a partire da cellule staminali. Si sa molto poco sulla loro attività elettrica, poiché sono stati ottenuti solo recentemente con tecniche di ingegneria tissutale, ma sembrano intrinsecamente dotati della capacità di generare lo schema in grado di sopprimere le convulsioni».

Le future strategie per la cura dell’epilessia potrebbero fare affidamento sullo sfruttamento congiunto dei trapianti neurali con l’ingegneria neuromorfica e l’intelligenza artificiale (IA). L’ingegneria neuromorfica potrebbe essere una soluzione senza precedenti per la progettazione di protesi cerebrali biomimetiche, che si comportano in modo simile al cervello e apprendono come operare per promuovere una sana integrazione innesto-ospite. L’intelligenza artificiale ottimizzerebbe in tempo reale la funzione dell’elettronica neuromorfica per prevenire il trascinamento dell’innesto e il danno provocato dall’attività patologica del cervello ospite. «La visione dominante è che l’elettronica neuromorfica e gli algoritmi di intelligenza artificiale alla fine si disattiverebbero dopo il successo del recupero della funzione cerebrale, quando il loro intervento non sarebbe più necessario», sottolinea la dott.ssa Panuccio.

Riassumendo i risultati raggiunti da Re.B.Us, la dott.ssa Panuccio afferma: «Penso che Re.B.Us rappresenti il punto di partenza di un nuovo approccio alla riparazione del cervello, basato sullo sfruttamento congiunto di medicina rigenerativa e ingegneria neurale; una strategia di sfruttamento bioibrida che potrebbe capovolgere il modo in cui affrontiamo i disturbi cerebrali, spostando l’attuale paradigma dal trattamento del cervello malato alla sua guarigione».
Keywords
Re.B.Us, cervello, ippocampo, corteccia, innesto, epilessia del lobo temporale (TLE), epilessia, intelligenza artificiale (IA), ingegneria neuromorfica, bioibrido
https://cordis.europa.eu/result/rcn/238736_it.html

www.rebus-project.eu/
jpg

Edited by MEDICINAINFO - 21/8/2018, 22:59
view post Posted: 19/8/2018, 23:02     +1VIDEO:Epilepsy surgery can stop seizures - EPILESSIA NEL MONDO / EPILEPSY IN THE WORLD
Epilepsy surgery can stop seizures

Dr. Nitin Tandon discusses his work with intractable epilepsy and proven treatments.

Clinical Study of a Laser Ablation Procedure for Drug-Resistant Epilepsy

PARTICIPATION IN THE SLATE STUDY

A clinical study of a laser ablation procedure for drug-resistant epilepsy is currently enrolling eligible patients who would like to participate. Centers participating in the study will research whether laser ablation is a safe and effective treatment option for certain patients with uncontrolled seizures caused by mesial temporal lobe epilepsy (MTLE).

ABOUT THE LASER ABLATION PROCEDURE

The SLATE study will use the Medtronic VisualaseTM MRI-guided laser ablation system.

The Visualase system is used to perform minimally invasive laser surgery on soft tissue in the body. For neurosurgery, a surgeon guides a thin laser fiber through a small hole into the brain. The laser heats up and destroys a defined area of abnormal brain tissue, minimizing risk of potential damage to surrounding healthy tissue.

The patient is in a magnetic resonance imaging (MRI) scanner throughout the process. This lets the surgeon see an image of the brain, the laser probe placement, and how much tissue is being heated up and destroyed during the procedure.

Visualase is currently considered an investigational device for treatment of drug-resistant MTLE. The FDA has cleared the use of Visualase in neurosurgery and other surgical specialties.


ELIGIBILITY

You may qualify to participate in this study if you have mesial temporal lobe epilepsy (MTLE) and uncontrolled seizures. Your epilepsy doctor may have told you about the study and may do some tests to see if you qualify for the study. You may be a candidate if:
◾You are 18 or older.
◾You still have uncontrolled epileptic seizures, even though you have tried at least two antiepileptic drugs.
◾You have had at least 12 seizures in the last year.

To take the next step, please contact a study center for more information. Only a study doctor can decide if you are a candidate for the study.

WHAT THE STUDY INVOLVES

If you qualify for the study and you decide to participate after learning more about the study, you will go to a study center for several visits:
◾Before the Visualase procedure, you will have mental and cognitive function tests and a magnetic resonance image (MRI) scan.
◾You will have the Visualase procedure.
◾You will return four times over 12 months for checkups, mental and cognitive function tests, and MRI scans.

You must be willing to:
◾Take your antiepileptic drugs as prescribed.
◾Complete a daily seizure diary.
◾Complete the required testing and follow-up visits.

Medtronic will pay for the study device and any tests or procedures done just for the research study. However, you or your insurance company may be billed for any tests and procedures that are considered standard medical care.

ABOUT CLINICAL STUDIES

A clinical study is a research study that explores whether a medical strategy, treatment, or device is safe and effective for people. These studies are used to produce the best data available for healthcare decision making.

Clinical studies follow strict scientific standards. These standards protect patients and help produce reliable study results. The clinical study may find that a new strategy, treatment, or device improves patient outcomes, offers no benefit, or causes unexpected harm. All of these results are important because they advance medical knowledge and help improve patient care.


FIND A STUDY CENTER

Contact one of these study centers to see if you qualify and to learn more. Check back for additional updates on sites.

CALIFORNIA

Stanford University
Palo Alto, CA
Casey Halpern, MD
Contact 1: Bharati Sanjanwala
MSTel: 650-721-2830
Email: [email protected]
Contact 2: Anthony Bet
Tel: 650-683-5823
Email: [email protected]

University of California, San Francisco
San Francisco, CA
Robert Knowlton, MD
Contact: Felicia Kuo
Email: [email protected]

COLORADO

University of Colorado Anschutz Medical Campus
Aurora, CO
Aviva Abosch, MD, PhD
Contact: Pamela David Gerecht, PhD
Tel: 303-724-4134
Email: [email protected]

FLORIDA

University of Miami
Miami, FL
Jonathan Jagid, MD
Contact: Letitia Fisher
Tel: 305-243-7108
Email: [email protected]

GEORGIA

Emory University
Atlanta, GA
Jon T. Willie, MD, PhD
Contact: Yvan Bamps, PhD
Tel: 404-778-7673
Email: [email protected]

INDIANA

Indiana University
Bloomington, IN
Vicenta Salanova, MD
Contact: Abigail Klaehn, RN, BSN
Tel: 317-963-7440
Email: [email protected]

MARYLAND

Johns Hopkins University
Baltimore, MD
Joon-Yi Kang, MD
Contact: Tony Stanfield or Joon-Yi Kang
Tel: 410-502-0965/410-955-2822
Email: [email protected]

MICHIGAN

Henry Ford Health System
Detroit, MI
Jason Schwalb, MD
Contact: Kelly M. Tundo, RN, BSN
Tel: 313-916-1102
Email: [email protected]

MINNESOTA

Mayo Clinic
Rochester, MN
Jamie Van Gompel, MD
Contact: Karla Crockett
Tel: 507-538-9140
Email: [email protected]

NEW JERSEY

Rutgers – Robert Wood Johnson Medical School
New Brunswick, NJ
Stephen Wong, MD MS
Contact: Asha Cilly, MSN, FNP-C
Tel: 732-235-7342
Email: [email protected]

NEW YORK

Columbia University Medical Center
New York, NY
Guy M. McKhann II MD
Contact: Gail Iodice
Tel: 212-305-1038
Email: [email protected]

Northwell Health
Great Neck, NY
Ashesh D. Mehta, MD. PhD
Contact: Connie Lau, MS, CCRC
Tel: 516-325-7022
Email: [email protected]


NORTH CAROLINA

Wake Forest Baptist Health
Winston-Salem, NC
Gautam Popli, MD
Contact: Jessica P. Dimos
Tel: 336-716-8694
Email: [email protected]

PENNSYLVANIA

Thomas Jefferson University
Philadelphia, PA
Michael Sperling, MD
Contact: Leah Shabo
Tel: 215-503-3213
Email: [email protected]

TEXAS

University of Texas Health Science Center at Houston
Houston, TX
Nitin Tandon, MD
Contact: Jessica A Johnson,MSN, NP-C
Tel: 713-500-5443
Email: [email protected]

WASHINGTON

University of Washington- Harborview Medical Center
Seattle, WA
John Miller, MD, PhD
Contact: Gina DeNoble, MS
Tel: 206-744-3624
Email: [email protected]



Important Safety Information

As with any medical device or procedure, serious and even life-threatening risks and side effects can occur. The risks of this investigational therapy are listed in the informed consent document that potential patients review before participating in the study.
https://www.medtronic.com/us-en/healthcare...tion/slate.html
view post Posted: 15/8/2018, 13:42     +2Nuovi indizi su quali proteine ​​chiave del cervello svolgono un ruolo nel controllo dell’epilessia - NEWS EPILESSIA
Nuovi indizi su quali proteine ​​chiave del cervello svolgono un ruolo nel controllo dell’epilessia, dell’ansia e di altri disturbi
Nuove terapie potrebbero essere all’orizzonte per le persone che vivono con l’epilessia o l’ansia, grazie a una scoperta rivoluzionaria della UNLV, Tufts University School of Medicine e un team internazionale di ricercatori che studiano come le proteine ​​interagiscono per controllare le cellule cerebrali.
Lo studio, pubblicato martedì su Nature Communications, fornisce nuove informazioni sui modi per regolare uno “scompartimento” specializzato di cellule nel cervello che controlla la loro segnalazione. Poter influenzare tale compartimento, significa controllare cellule cerebrali che possono a loro volta bloccare o prevenire le convulsioni, tra le altre cose.
La neuroscienziata UNLV e l’autrice principale Rochelle Hines ha spiegato che gli schemi di controllo delle attività del cervello sono molto importanti per la sua stessa funzione.
( Vedi anche:Il cannabidiolo riduce significativamente le convulsioni in pazienti con grave forma di epilessia).
“Se riusciamo a capire meglio come funziona l’attività del cervello, possiamo capire cosa potrebbe andare storto in un disturbo come l’epilessia, in cui l’attività cerebrale diventa incontrollata”, ha detto Hines. “E se riusciamo a capire cosa è importante per questo controllo, possiamo elaborare strategie migliori per il trattamento e il miglioramento della qualità della vita delle persone con crisi epilettiche e forse anche di altri tipi di disturbi, come ansia o disturbi del sonno”.
Il progetto, della durata di sei anni, è sempre più vicino alla risposta a domande vecchie di decenni sul controllo delle onde cerebrali, definendo quantitativamente come interagiscono due proteine ​​chiave – la subunità del recettore G2A2 e la collibistina. Quando l’interazione tra queste due proteine è stata interrotta nei modelli di roditori, i test EEG hanno mostrato che le onde cerebrali si muovevano senza controllo, imitando gli schemi osservati negli esseri umani con epilessia e ansia.

“Questo è il pezzo che potrebbe potenzialmente cambiare i libri di testo: in precedenza ci chiedevamo come questi pezzi combaciassero e pensavamo che forse c’era un gruppo di tre o più proteine che ​​interagivano”, ha detto Hines. “Ma la ricerca del nostro team suggerisce fortemente che c’è un’interazione molto specifica tra due di esse e questo ha implicazioni su come i neuroscienziati potrebbero essere in grado di regolare questa area”.

A coordinare lo sforzo di ricerca è stato Stephen Moss, Professore di neuroscienze presso Tufts e Direttore del laboratorio AstraZeneca for Basic and Translational Neuroscience di Boston. I risultati dello studio dovrebbero stimolare lo sviluppo di farmaci che prendono di mira la subunità del recettore GABAA a2 per lo sviluppo di trattamenti nuovi e più efficaci per l’epilessia.
Fonte: News UNLV

https://www.medimagazine.it/nuovi-indizi-s...altri-disturbi/
Brain_anatomy_medical_head_skull_digital_3_d_x_ray_xray_psychedelic_3720x2631
view post Posted: 15/8/2018, 10:23     +1The Merits of MEG in Children: A Noninvasive Means to Refine Epilepsy Localization - EPILESSIA NEL MONDO / EPILEPSY IN THE WORLD
The Merits of MEG in Children: A Noninvasive Means to Refine Epilepsy Localization
No other modality combines high spatial and temporal resolution so well
Early recognition of “surgically remediable” epilepsy is critically important. Children usually present with generalized clinical and EEG seizures, and on initial evaluation they may not be considered surgical candidates. Pediatric patients often experience very subtle seizures, even more so for focal seizures. Several papers have demonstrated good surgical outcome in pediatric patients who had focal brain lesions detected on imaging but had generalized EEG abnormalities.1-3 When other neurophysiological tests or imaging studies hint that there may be a focal origin, magnetoencephalography (MEG) can identify the origin of the patient’s epilepsy.

MEG has been found valuable for better localization of abnormal cortical areas, particularly when multifocal or diffuse abnormalities have been recorded on EEG.4-8 In more than 50 percent of patients with nonlocalizing video EEG evaluations, MEG identifies resectable cortical regions.4 Results of the MEG source localization process are co-registered to the patient’s MRI with an accuracy of 3-4 mm (see example in Figure 1).
18-NEU-4772-Pediatric-MEG-Fig1
Figure 1. Findings in a 22-month-old with tuberous sclerosis type 2 and infantile spasms. Previous video EEG monitoring had shown sharp waves in the vertex and parasagittal regions and nonlocalizable seizures. In MEG recordings, interictal epileptiform discharges were found over the posterior quadrants bilaterally (right:left = 4:1) and were especially concentrated in the right temporo-occipital region. (Each yellow circle shows the location of an individual epileptic discharge.)

Satisfactory recordings are routinely obtainable — even in infants

At Cleveland Clinic Children’s, MEG testing is done without sedation. The apparatus is not claustrophobic, and a parent can remain with the child throughout the exam.9 Continuous head position monitoring and specialized spatiotemporal filtering compensate for patient movement and artifacts, as illustrated by the findings presented in Figure 2.
18-NEU-4772-Pediatric-MEG-Fig2

Figure 2. Although artifacts can contaminate MEG recordings, just as with EEG, patient position is monitored and corrected for 100 times per second, and special spatiotemporal filtering (tSSS filtering) eliminates signals coming from outside the head. These data are from a child who did not sleep during the recording and frequently moved his limbs and torso, producing artifacts, as shown in panel A. The signal after routine tSSS filtering has a high signal-to-noise ratio, allowing accurate source localization.
While many of our youngest epilepsy patients have generalized seizures and therefore seem not to be good candidates for surgery, the superior temporal and spatial resolution of MEG can reveal focal regions of epileptogenicity, thereby altering treatment. The most commonly appreciated challenges to infant MEG are (1) the signal attenuation associated with increased scalp-to-sensor distance and (2) the artifact and location uncertainty created by patient movement. Because these patients are so young, they are unable to follow instructions to remain still, and their small head size allows for considerable range of movement within the relatively large sensor helmet of the whole-head MEG systems now available.

Today, technological advances in MEG have ameliorated the problems accompanying infant recordings, and our laboratory uses the following procedures to optimize the recording environment and signal quality:
•Post-processing to separate noise sources and eliminate artifacts
•Continuous head position monitoring and movement compensation
•Procedures for comforting the baby and facilitating recordings

These and other improvements have made it possible to record satisfactory MEG studies with epileptic abnormalities in 100 percent of our infant population without sedation or complication, using the conventional adult apparatus.

Cleveland Clinic’s MEG lab has obtained MEG recordings in 18 infants (i.e., < 2 years old); the youngest was only 6 months old. In a study of our infant MEG patients published in 2017,10 epileptic abnormalities were captured with findings that inform the therapeutic decision even more often than in adults.

Strengths and advantages of MEG

Cleveland Clinic has performed more than 1,800 MEG scans to identify the epileptogenic zone for presurgical evaluation, with almost 600 of those in children. There is no exposure to radiation or magnetic fields, and likewise no loud noises or disturbances during recording. Moreover, since MEG is unaffected by previous neurosurgical procedures or other alterations of anatomy that distort scalp EEG signals, the accuracy provided by MEG is especially useful in patients with skull defects. Figure 3 shows results of MEG studies in a patient who had undergone two previous neurosurgeries, demonstrating the compensation for change in the patient’s position.
18-NEU-4772-Pediatric-MEG-Fig3

Figure 3. Studies in a 6-year-old boy with a history of Sturge-Weber syndrome, mild left hemiparesis and seizures since age 6 months who had undergone two previous surgeries in the right parietal region. Despite the fact that children’s smaller heads do not fill the recording helmet, there is no loss of MEG sensitivity. MEG studies are usually performed with the head pushed to each side of the helmet for half the recording time (A and B) while the system corrects for head position 100 times per second. The results of dipole localization show a tight cluster in the right superior and middle frontal gyrus, accurately localized irrespective of the multiple skull defects that can be seen on the MRI (C). (Yellow circles show the location of epileptic discharges, and the attached tails indicate the direction of current flow.)

MEG is a noninvasive test that directly records neuronal function using a whole-head sensor array that localizes both normal and abnormal activity — especially epileptic activity. It combines anatomic and functional information. The results of MEG recordings can be presented as functional images, fitted to the patient’s MRI anatomic images, thereby aiding significantly with localization for surgical planning. By employing MEG, clinicians can obtain high spatial and high temporal resolution, a combination that no other modality for studying the brain currently offers.

Dr. Burgess will speak on the use of MEG to localize epileptiform patterns on scalp EEG in one of the sessions at the CME/MOC-certified Cleveland Clinic Epilepsy Update & Review Course, to be held in Cleveland Sept. 22-24, 2018. For information and registration, visit ccfcme.org/epilepsyupdate18.

References
1.Chugani HT, Shields WD, Shewmon DA. Infantile spasms: I. PET identifies focal cortical dysgenesis in cryptogenic cases for surgical treatment. Ann Neurol. 1990;27:406-413.
2.Wyllie E, Lachchwani D, Gupta A, et al. Successful surgery for epilepsy due to early brain lesions despite generalized EEG findings. Neurology. 2007;69:389-397.
3.Gupta A, Chirla A, Wyllie E, et al. Pediatric epilepsy surgery in focal lesions and generalized electroencephalogram abnormalities. Pediatr Neurol. 2007;37:8-15.
4.Shibasaki H, Ikeda A, Nagamine T. Use of magnetoencephalography in the presurgical evaluation of epilepsy patients. Clin Neurophysiol. 2007;118:1438-1448.
5.Knowlton RC. The role of FDG-PET, ictal SPECT, and MEG in the epilepsy surgery evaluation. Epilepsy Behav. 2006;8:91-101.
6.Oishi M, Kameyama S, Masuda H, et al. Single and multiple clusters of magnetoencephalographic dipoles in neocortical epilepsy: significance in characterizing the epileptogenic zone. Epilepsia. 2006;47:355-364.
7.Shiraishi H, Ahlfors SP, Stufflebeam SM, et al. Application of magnetoencephalography in epilepsy patients with widespread spike or slow-wave activity. Epilepsia. 2005;46:1264-1272.
8.Agarwal N, Krishnan B, Burgess RC, Prayson RA, Alexopoulos AV, Gupta A. Magnetoencephalographic characteristics of cortical dysplasia in children. Pediatr Neurol. 2018;78:13-19.
9.Shukla G, Kazutaka J, Gupta A, Mosher J, Jones S, Alexopoulos A, Burgess RC. Magnetoencephalographic identification of epileptic focus in children with generalized electroencephalographic (EEG) features but focal imaging abnormalities. J Child Neurol. 2017;32:981-995.
10.Shibata S, Mosher JC, Kotagal P, Gupta A, Alexopoulos AV, Burgess RC. Magnetoencephalographic recordings in infants using a standard-sized array: technical adequacy and diagnostic yield. J Clin Neurophysiol. 2017;34:461-468.

Dr. Burgess ([email protected]) is Director of the Magnetoencephalography Laboratory in Cleveland Clinic’s Epilepsy Center. He is also President of the American Clinical MEG Society.

Dr. Gupta ([email protected]) is Section Head of Pediatric Epilepsy in Cleveland Clinic’s Epilepsy Center and Cleveland Clinic Children’s.
https://consultqd.clevelandclinic.org/the-...ilepsy%20course


I meriti di MEG nei bambini: non invasivi mezzi per raffinare Epilessia Localizzazione
Nessun altra modalità combina l'alta risoluzione spaziale e temporale così bene
il riconoscimento precoce di epilessia “chirurgicamente rimediabile” è di fondamentale importanza. I bambini di solito presentano con crisi epilettiche generalizzate clinici e EEG, e sulla valutazione iniziale che non possono essere considerati candidati alla chirurgia. Pazienti pediatrici spesso colpite da crisi molto sottili, ancora di più per crisi epilettiche focali. Diversi studi hanno dimostrato buon risultato chirurgico nei pazienti pediatrici che hanno avuto lesioni cerebrali focali rilevati all'imaging ma avevano generalizzata EEG abnormalities.1-3 quando altri test neurofisiologici o studi di imaging suggerimento che ci possa essere un origine focale, magnetoencefalografia (MEG) in grado di identificare il l'origine di epilessia del paziente.

MEG è stato trovato utile per localizzare meglio anormali aree corticali, in particolare quando le anomalie multifocali o diffuse sono stati registrati su EEG.4-8 In più del 50 percento dei pazienti con nonlocalizing valutazioni di video EEG, MEG identifica resecabili corticale regions.4 Risultati di il processo di localizzazione sorgente MEG sono co-registrato MRI del paziente con una precisione di 3-4 mm (vedi esempio in figura 1).
18-NEU-4772-Pediatric-MEG Fig1
Figura 1. I risultati in 22 mesi con tuberosa sclerosi tipo 2 e spasmi infantili. Precedente monitoraggio video EEG aveva mostrato taglienti onde nel vertice e regioni parasagittali e convulsioni localizzabile. Nelle registrazioni MEG, scarichi epilettiformi interictali stati trovati nei quadranti posteriori bilateralmente (destra: sinistra = 4: 1) e sono stati concentrati soprattutto nella regione temporo-occipitale destra. (Ogni cerchio giallo mostra la posizione di una scarica epilettica individuale.)

Registrazioni soddisfacenti sono ottenibili regolarmente - anche nei neonati

a Cleveland Clinic per bambini, test MEG viene fatto senza sedazione. L'apparecchiatura non è claustrofobia, e un genitore può rimanere con il bambino durante il monitoraggio exam.9 posizione della testa continua e filtraggio spaziotemporale specializzato compensare il movimento del paziente e manufatti, come illustrato dai risultati presentati nella Figura 2.
18-NEU-4772-Pediatric-MEG Fig2

Figura 2. Sebbene artefatti può contaminare registrazioni MEG, proprio come con EEG, posizione del paziente viene monitorato e corretta per 100 volte al secondo, e speciali filtraggio spazio-temporale (Tsss filtraggio) elimina segnali provenienti dall'esterno della testa. Questi dati provengono da un bambino che non ha dormito durante la registrazione e spesso mosso le sue arti e del tronco, producendo manufatti, come mostrato nel pannello A. Il segnale dopo il filtraggio di routine Tsss ha un alto rapporto segnale-rumore, consentendo accurata localizzazione della sorgente .
Mentre molti dei nostri pazienti con epilessia generalizzata più giovani hanno convulsioni e sembrano quindi di non essere buoni candidati per la chirurgia, la risoluzione temporale e spaziale superiore di MEG può rivelare regioni focali di epilettogenicità, alterando così il trattamento. Le sfide più comunemente apprezzate per bambino MEG sono (1) l'attenuazione del segnale associato a maggiore distanza cuoio-to-sensore e (2) il manufatto e la posizione incertezza creata dal movimento del paziente. Poiché questi pazienti sono così giovani, non sono in grado di seguire le istruzioni di restare immobile, e la dimensione della testa piccolo permette di notevole gamma di movimento all'interno del casco relativamente grande sensore dei sistemi MEG intera testa ora disponibili.

Oggi, i progressi tecnologici nel MEG sono migliorate le problematiche che accompagnano registrazioni infantile, e il nostro laboratorio utilizza le seguenti procedure per ottimizzare l'ambiente di registrazione e la qualità del segnale:
• Post-processing per separare sorgenti di rumore e di eliminare gli artefatti
• continuo monitoraggio della posizione della testa e la compensazione di movimento
• procedure di conforto il bambino e facilitando registrazioni

Questi ed altri miglioramenti hanno permesso di registrare studi MEG soddisfacenti con anomalie epilettiche in 100 per cento della popolazione infantile senza sedazione o complicazione, usando l'apparato convenzionale adulto.

Laboratorio MEG di Cleveland Clinic ha ottenuto le registrazioni MEG in 18 neonati (cioè, <2 anni); il più giovane aveva solo 6 mesi di età. In uno studio delle nostre infantili pazienti MEG pubblicato nel 2017,10 anomalie epilettiche sono stati catturati con i risultati che informano le decisioni terapeutiche più spesso che negli adulti.

Punti di forza e vantaggi di MEG

Cleveland Clinic ha eseguito più di 1.800 scansioni MEG per identificare la zona epilettogena per la valutazione pre-chirurgica, con quasi 600 di coloro che nei bambini. V'è alcuna esposizione a radiazioni o campi magnetici, e similmente forti rumori o disturbi durante la registrazione. Inoltre, essendo MEG è influenzato da precedenti procedure neurochirurgiche o altre alterazioni anatomiche che distorcono segnali EEG cuoio capelluto, la precisione fornita da MEG è particolarmente utile nei pazienti con difetti cranio. Figura 3 mostra i risultati di studi MEG in un paziente sottoposto due neurosurgeries precedenti, dimostrando la compensazione per il cambiamento nella posizione del paziente.
18-NEU-4772-Pediatric-MEG Fig3

Figura 3. Studi in un bambino di 6 anni con una storia di sindrome di Sturge-Weber, lieve emiparesi sinistra e convulsioni fin dall'età di 6 mesi che avevano subito due interventi chirurgici precedenti nella regione parietale destra. Nonostante il fatto che le teste più piccole dei bambini non riempiono il casco di registrazione, non v'è alcuna perdita di sensibilità MEG. Studi MEG sono di solito eseguite con la testa spinta ad ogni lato del casco per la metà del tempo di registrazione (A e B), mentre il sistema corregge posizione della testa 100 volte al secondo. I risultati di localizzazione dipolo mostrano un cluster stretto nella giusta giro frontale superiore e medio, accuratamente localizzata indipendentemente difetti cranio multipli che può essere visto sul MRI (C). (Giallo cerchi mostrano la posizione delle scariche epilettiche, e le code allegate indicano la direzione del flusso di corrente.)

MEG è un test non invasivo che registra direttamente la funzione neuronale utilizzando una matrice di sensori whole-testa che localizza sia un'attività normale e anormale - attività particolarmente epilettica . Esso combina le informazioni anatomica e funzionale. I risultati delle registrazioni MEG possono essere presentate come immagini funzionali, dotate di MRI immagini anatomiche del paziente, facilitando così in modo significativo con la localizzazione per la pianificazione chirurgica. Impiegando MEG, i medici possono ottenere un'elevata spaziale e alta risoluzione temporale, una combinazione che nessuna altra modalità per studiare il cervello offre attualmente.

Dr. Burgess parlerà sull'uso del MEG per localizzare modelli epilettiformi sul cuoio capelluto EEG in una delle sessioni presso il Corso di Cleveland Clinic Epilessia Aggiornamento & Review CME / MOC-certificata, che si terrà a Cleveland 22-24 settembre 2018. per informazioni e iscrizioni, visitare ccfcme.org/epilepsyupdate18.

Riferimenti
1.Chugani HT, Shields WD, Shewmon DA. Spasmi infantili: I. PET identifica focale dysgenesis corticale in casi criptogenetica per il trattamento chirurgico. Ann Neurol. 1990; 27: 406-413.
2.Wyllie E, Lachchwani D, Gupta A, et al. Intervento chirurgico di successo per l'epilessia a causa di lesioni cerebrali precoci nonostante EEG generalizzate. Neurologia. 2007; 69: 389-397.
3.Gupta A, chirla A, Wyllie E, et al. Chirurgia dell'epilessia pediatrica nelle lesioni focali e anomalie elettroencefalogramma generalizzate. Pediatr Neurol. 2007; 37: 8-15.
4.Shibasaki H, Ikeda A, Nagamine T. L'uso della magnetoencephalography nella valutazione pre-chirurgica dei pazienti con epilessia. Clin Neurophysiol. 2007; 118: 1438-1448.
5.Knowlton RC. Il ruolo della FDG-PET, SPECT ictale, e MEG nella valutazione chirurgia dell'epilessia. Epilessia Behav. 2006; 8: 91-101.
6.Oishi M, S Kameyama, Masuda H, et al. Cluster singole e multiple di dipoli magnetoencefalografiche nell'epilessia neocorticale: importanza nella caratterizzazione della zona epilettogena. Epilepsia. 2006; 47: 355-364.
7.Shiraishi H, Ahlfors SP, Stufflebeam SM, et al. L'applicazione di magnetoencephalography nei pazienti con epilessia con picco diffusa o attività a onde lente. Epilepsia. 2005; 46: 1264-1272.
8.Agarwal N, Krishnan B, Burgess RC, Prayson RA, Alexopoulos AV, caratteristiche Gupta A. magnetoencefalografiche di displasia corticale nei bambini. Pediatr Neurol. 2018; 78: 13-19.
9.Shukla G, Kazutaka J, Gupta A, Mosher J, S Jones, Alexopoulos A, Burgess RC. Individuazione magnetoencefalografiche del focus epilettico nei bambini con elettroencefalografiche generalizzata (EEG) caratteristiche, ma le anomalie di imaging focali. J Child Neurol. 2017; 32: 981-995.
10.Shibata S, Mosher JC, Kotagal P, Gupta A, Alexopoulos AV, Burgess RC. Registrazioni magnetoencefalografiche nei bambini utilizzando una matrice di dimensioni standard: adeguatezza tecnica e resa diagnostica. J Clin Neurophysiol. 2017; 34: 461-468.

Dr. Burgess ([email protected]) è direttore del Laboratorio Magnetoencefalografia nel Centro Epilessia di Cleveland Clinic. È inoltre presidente della American Society Clinical MEG.

Il dottor Gupta ([email protected]) è Capo Sezione di Pediatric Epilepsy in Centro Epilessia di Cleveland Clinic e Cleveland Clinic per bambini.
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view post Posted: 14/8/2018, 09:19     +2Epilessia, in Svizzera il primo intervento di termoablazione in Europa - NEWS EPILESSIA

IL VIDEO DELLA PROFESSORESSA JOCELYNE BLOCH https://tp.srgssr.ch/p/srf/embed?urn=urn:r...10780889&start=
Epilessia, prima europea a Losanna
Le persone affette da epilessia possono ora ricorrere a un nuovo tipo di operazione, la termoablazione, un intervento meno pesante rispetto alla chirurgia classica. La prima operazione di questo tipo in Europa è stata praticata a inizio agosto a Losanna
Nel mondo oltre 50 milioni di persone sono colpite da epilessia. In Svizzera, questa malattia tocca 70'000 persone, di cui 15'000 bambini. Cifre importanti, tanto che nel 2015 l'Organizzazione mondiale della sanitàLink esterno ha inserito l'epilessia tra gli obiettivi prioritari nel Piano d'azione 2013-2020.
Nella maggior parte dei casi, l'epilessia può essere curata con dei farmaci. Tuttavia, su certe persone (si stima che circa il 25% dei pazienti sia resistente) i medicinali non sono efficaci e allora bisogna ricorrere alla chirurgia. L'intervento è però piuttosto pesante: bisogna trapanare e asportare la parte del cervello all'origine delle crisi epilettiche.
Ora c'è però un'alternativa, che arriva dagli Stati Uniti e che a inizio agosto è stata sperimentata per la prima volta in Europa al Centro ospedaliero universitario (Chuv) di Losanna.
L'operazione avviene tramite termoablazione. Essa consiste nell'impiantare una sonda laser di 1,65 mm di diametro nel centro di un focolaio epilettico. Una volta impiantata, la sonda emette energia per aumentare la temperatura in modo molto ben limitato, bruciando così la zona cerebrale malata.
Vantaggi e svantaggi
Questo sistema "permette di prendere di mira regioni difficili d'accesso ed è un'alternativa alla chirurgia ablativa classica", ha spiegato Jocelyne Block, professoressa del Servizio di neurochirurgia del Chuv.
Inoltre, permette di accorciare la durata del soggiorno in ospedale. La paziente, operata ad inizio agosto, è stata dimessa e sta bene. Non si può tuttavia ancora dire se sia guarita: per sapere se è ancora soggetta a crisi di epilessia, bisognerà aspettare ancora alcune settimane.
Lo svantaggio è che rispetto alla chirurgia classica, la termoablazione è un po' meno efficace: nel primo caso nel 70% dei casi l'operazione è coronata da successo, mentre con la nuova tecnica si arriva al 60%.
tvsvizzera.it/mar/ats con RSI (TG del 15.8.2018)
https://www.tvsvizzera.it/tvs/nuova-operaz...osanna/44327708

Epilessia: termoablazione in prima europea al CHUV
La paziente è stata dimessa e sta bene. Per un responso completo sulla guarigione bisognerà però attendere qualche settimana
LOSANNA - In una operazione che è stata una prima europea, il Centro ospedaliero universitario vodese (CHUV) di Losanna ha praticato un intervento su una paziente che soffriva di epilessia bruciando tramite un laser fibra la regione cerebrale responsabile delle crisi.

L'operazione, detta termoablazione, è stata condotta all'inizio di agosto dalla professoressa del Servizio di neurochirurgia Jocelyne Bloch. Essa consiste nell'impiantare in modo preciso una sonda laser nel centro di un focolaio epilettico, ha indicato l'ospedale universitario, precisando che si è svolta senza contrattempi e che la paziente sta bene, seppure non si possa ancora definire guarita con certezza.
Una volta impiantata, la sonda emette energia per aumentare la temperatura in modo ben delimitato e distruggere la zona cerebrale malata. Questa termoablazione è molto precisa: misurazioni della temperatura fatte attorno alla sonda permettono di seguire in tempo reale l'evoluzione dell'intervento grazie a immagini ottenute tramite risonanza magnetica.

«Questo intervento è indicato per pazienti che presentano una epilessia resistente ai farmaci e il cui focolaio che causa le crisi è stato chiaramente identificato», ha detto a Keystone-ATS il professor Philippe Ryvlin, capo del Dipartimento delle neuroscienze cliniche dello CHUV.

«L'introduzione di una sonda di 1,65 mm di diametro attraverso un piccola perforazione nella scatola cranica consente di prendere di mira regioni difficili d'accesso. È un'alternativa alla chirurgia ablativa classica», aggiunge la professoressa Bloch.

Rispetto a una chirurgia classica, la durata del soggiorno in ospedale è accorciata. La paziente è stata dimessa e sta bene. Non si può tuttavia ancora dire se sia guarita: bisognerà per questo aspettare ancora alcune settimane per sapere se è ancora soggetta a crisi di epilessia.

La nuova tecnologia è stata da poco omologata come dispositivo medico dall'Unione europea e dalla Svizzera. Lo CHUV è stato il primo ospedale europeo a impiegarla.
www.tio.ch/svizzera/attualita/1314...europea-al-chuv
Epilessia, in Svizzera il primo intervento di termoablazione in Europa
È stato effettuato in Svizzera il primo intervento in Europa di termoablazione in una paziente colpita da epilessia.

L'operazione - eseguita dell'equipe di neurochirurgia guidata da Jocelyne Bloch del Centro ospedaliero universitario vodese (Chuv) - è consistita nel bruciare, tramite un laser fibra, la regione cerebrale responsabile delle crisi epilettiche.

"È stata impiantata una sonda laser nel centro di un focolaio epilettico", ha riferito l'ospedale universitario elvetico, precisando che l'intervento "è perfettamente riuscito e la paziente, operata all'inizio di agosto, è stata dimessa e sta bene, anche se per parlare di guarigione bisognerà aspettare alcune settimane per sapere se è ancora soggetta a crisi di epilessia".

Una volta impiantata, la sonda emette energia per aumentare la temperatura in modo ben delimitato e distruggere la zona cerebrale malata. Questa termoablazione è molto precisa: misurazioni della temperatura fatte attorno alla sonda permettono di seguire in tempo reale l'evoluzione dell'intervento grazie a immagini ottenute tramite risonanza magnetica.

"Si tratta di un intervento indicato per pazienti che presentano un'epilessia resistente ai farmaci e il cui focolaio che causa le crisi è stato chiaramente identificato", ha spiegato Philippe Ryvlin, capo del dipartimento di Neuroscienze cliniche del Chuv. "L'introduzione di una sonda di 1,65 mm di diametro attraverso un piccola perforazione nella scatola cranica consente di prendere di mira regioni difficili d'accesso. È un'alternativa alla chirurgia ablativa classica", aggiunge Bloch.

La nuova tecnologia è stata da poco omologata come dispositivo medico dall'Unione europea e dalla Svizzera.
www.unionesarda.it/articolo/salute/...-69-758528.html
Intervento da prima europea al CHUV di Losanna
LOSANNA - In un'operazione che è stata una prima europea, il Centro ospedaliero universitario vodese (CHUV) di Losanna ha praticato un intervento su una paziente che soffriva di epilessia bruciando, tramite un laser fibra, la regione cerebrale responsabile delle crisi. L'operazione, detta termoablazione, è stata condotta all'inizio di agosto dalla professoressa del Servizio di neurochirurgia Jocelyne Bloch. Essa consiste nell'inserimento di una sonda laser nel centro di un focolaio epilettico, ha indicato l'ospedale universitario, precisando che l'intervento si è svolto senza contrattempi e che la paziente sta bene, seppure non si possa ancora definire guarita con certezza.

Una volta impiantata, la sonda emette energia per aumentare la temperatura in modo ben delimitato e distruggere la zona cerebrale malata. Questa termoablazione è molto precisa: misurazioni della temperatura fatte attorno alla sonda permettono di seguire in tempo reale l'evoluzione dell'intervento grazie a immagini ottenute tramite una risonanza magnetica. "Questo intervento è indicato per pazienti che presentano un'epilessia resistente ai farmaci e il cui focolaio, causa delle crisi, è stato chiaramente identificato", ha detto a Keystone-ATS il professor Philippe Ryvlin, capo del Dipartimento delle neuroscienze cliniche dello CHUV.

"L'introduzione di una sonda di 1,65 mm di diametro attraverso un piccola perforazione nella scatola cranica consente di prendere di mira regioni di difficile accesso. È un'alternativa alla chirurgia ablativa classica", aggiunge la professoressa Bloch. Rispetto ad essa, la durata del soggiorno in ospedale è accorciata. La paziente è stata dimessa e sta bene. Tuttavia, bisognerà aspettare ancora alcune settimane per certificarne la completa guarigione.

La nuova tecnologia è stata da poco omologata come dispositivo medico dall'Unione europea e dalla Svizzera e il CHUV è stato il primo ospedale europeo a impiegarla.
www.cdt.ch/svizzera/cronaca/197368...chuv-di-losanna


Edited by MEDICINAINFO - 16/8/2018, 11:24
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