Cannabis terapeutica in Italia regione per regione

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MEDICINAINFO
view post Posted on 28/4/2019, 14:38 by: MEDICINAINFO     +1   -1

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Cannabis terapeutica in Italia regione per regione

In Italia la cannabis ad uso medico è legale dal 2007, quando l’allora ministro della Salute Livia Turco ha riconosciuto con un decreto l’uso in terapia del cannabinoide delta-9-THC e dei suoi omologhi.

Nel 2014 è stata avviata una produzione di cannabis ad uso medico presso lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, che produce infiorescenze che vengono poi distribuite attraverso le farmacie italiane.

La nascita del progetto di produzione ha visto la luce con un decreto del ministero della Salute, che è intervenuto anche su altre questioni, stabilendo una lista delle patologie che sarebbero più adatte alla prescrizione. Si tratta dell’analgesia in patologie che implicano spasticità associata a dolore (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale) resistente alle terapie convenzionali; l’analgesia nel dolore cronico (con particolare riferimento al dolore neurogeno) in cui il trattamento con antinfiammatori non steroidei o con farmaci cortisonici o oppioidi si sia rivelato inefficace; l‘effetto anticinetosico ed antiemetico nella nausea e vomito, causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV, che non può essere ottenuto con trattamenti tradizionali; l’effetto stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa, che non può essere ottenuto con trattamenti standard; l’effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alle terapie convenzionali; la riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette che non può essere ottenuta con trattamenti standard.

A fine novembre 2017 è stato approvato un emendamento contenuto nel decreto fiscale di fine anno che prevede che la cannabis possa essere prescritta a carico del servizio sanitario nazionale proprio per le patologie previste dal ministero della Salute ma non è mai entrato in vigore e la cannabis è sempre regolata a livello regionale con numerose differenze.

Fermo restando che la cannabis in Italia è prescrivibile per qualsiasi patologia per la quale ci siano studi scientifici accreditati grazie alla legge Di Bella del 1994, ed acquistabile in tutto il Paese a pagamento nelle farmacie che effettuano questa preparazione, ad oggi le regioni italiane che hanno introdotto dei provvedimenti che riguardano l’erogazione di medicinali a base di cannabis sono diverse: le 4 regioni italiane che non hanno ancora emanato leggi, norme o provvedimenti per regolare il settore sono Calabria, Molise, Sardegna e Trentino-Alto Adige. Anche in assenza di una legge regionale, a Bolzano nel 2018 la cannabis è rimborsata ai pazienti grazie a un’iniziativa della provincia autonoma che prevede una spesa di 250mila euro l’anno per circa 200 pazienti.
Ad oggi l’unico centro autorizzato a coltivare cannabis medica è lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, con una produzione che si è attestata a circa 1o0 kg nel 2018 che vanno sommati ai 600 importati dall’estero. Di recente il ministro della Salute ha detto che ci saranno delle manifestazioni di interesse per aziende private che lavoreranno in sinergia con lo stabilimento fiorentino per aumentare la produzione nazionale, vista la continua carenza di cannabis con cui i pazienti italiani si trovano a fare i conti.

Abruzzo
Il Consiglio regionale abruzzese ha approvato il 4 gennaio 2014 la legge sulla cannabis entrata definitivamente in vigore a fine 2016. Secondo le disposizioni di tale provvedimento i medicinali cannabinoidi possono essere prescritti, con oneri a carico del SSR, da medici specialisti del SSR e da medici di medicina generale del SSR, sulla base di un piano terapeutico redatto dal medico specialista, per le seguenti patologie e dopo aver provato i trattamenti tradizionali: riduzione del dolore associato a spasticità; riduzione del dolore cronico e con esclusione del dolore nella fibromialgia; riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette

Basilicata
La legge regionale della Basilicata (“Disposizioni in materia di utilizzo di farmaci cannabinoidi nell’ambito del Servizio Sanitario Regionale”) è stata approvata l’ 11 luglio 2014. Il testo prevede che la somministrazione dei farmaci cannabinodi per finalità terapeutiche possa avvenire in ambito ospedaliero, in ambito domiciliari e nelle strutture sanitarie private accreditate, e che sia effettuata nei limiti del budget aziendale, in coerenza con gli strumenti della programmazione aziendale. La somministrazione in ambito domiciliare può avvenire su prescrizione del Medico di Medicina Generale, con oneri a carico del Servizio Sanitario Regionale (senza specificare per quali patologie), sulla base del piano terapeutico redatto dal medico specialista ospedaliero che ha in cura il paziente. La legge impegna la Giunta regionale a promuovere campagne di informazione e di sensibilizzazione nei confronti degli operatori sanitari.

Campania
In Campania la legge regionale è stata approvata nel 2016. La cannabis in Campania è a carico del SSR senza limitazioni di patologie e senza far distinzione tra utilizzo in ambito ospedaliero o domiciliare; per essere mutuabile, è necessario che sia prescritta su ricetta galenica magistrale bianca da allegare al “Modello Unico di Prescrizione Regionale”. Può essere prescritta dal medico di base e dagli specialisti convenzionati con il SSR ed è necessario un piano terapeutico in formato elettronico redatto da uno specialista che dovrà quindi fare anche la prima prescrizione.

Emilia Romagna
La legge regionale in Emilia Romagna era stata approvata nel 2014 ma la delibera con il decreto attuativo è arrivata nel 2016. La Regione ha stanziato 1 milione di euro per coprire i costi dei farmaci e l’erogazione a carico del servizio sanitario regionale è prevista a partire all’1 settembre ma solo per la riduzione del dolore in favore di pazienti affetti da sclerosi multipla e del dolore neuropatico cronico in pazienti con resistenza ai trattamenti convenzionali. In tutti gli altri casi le spese sono a carico del cittadino. La prescrizione dei trattamenti con preparati vegetali a base di cannabis può essere effettuata da tutti i medici iscritti all’ordine professionale: sia dipendenti, sia convenzionati con il servizio sanitario regionale, sia liberi professionisti. Tutti però dovrebbero essere iscritti al portale Sole, dove la Regione ha messo a disposizione in formato digitale una scheda di prescrizione della cannabis, che è stato attivato da poco. La Regione ha inoltre definito il percorso per la prescrizione e la dispensazione dei farmaci a base di cannabinoidi, in modo da “favorire il corretto e omogeneo comportamento dei professionisti”.

Friuli-Venezia Giulia
In Friuli Venezia Giulia la legge regionale sulla cannabis a livello medico è stata approvata nel 2016. I cannabinoidi dovrebbero essere acquistati in modo centralizzato dall’Egas e dispensati dalle farmacie del Servizio sanitario, ma la legge prevede che la fornitura di cannabis terapeutica possa avvenire attraverso le normali farmacie, secondo un accordo che dovrà essere stipulato nei prossimi mesi con le associazioni di categoria. L’accesso gratuito ai cannabinoidi sarà possibile solo per precise patologie: la riduzione del dolore associato a spasticità in caso di sclerosi multipla o malattie neurodegenerative come la Sla, per il trattamento della sindrome di Tourette, per l’analgesia del dolore cronico neuropatico, per la riduzione del dolore cronico terminale. L’inizio del trattamento con farmaci cannabinoidi a carico del Ssr avvenga sulla base di una prima prescrizione effettuata dai centri specialistici ospedalieri pubblici e privati inseriti nella rete delle cure palliative e della terapia del dolore, nonché dalle neurologie del Ssr. La terapia potrà quindi proseguire a livello domiciliare grazie alla prescrizione da parte del proprio medico di medicina generale, sulla base del piano terapeutico redatto dai centri specialistici. La Regione si impegna a promuovere periodicamente iniziative di informazione dirette ai medici e ai farmacisti operanti nella regione al fine di favorire la conoscenza degli ambiti e degli effetti della cura con farmaci cannabinoidi.
Nel 2015 la Regione ha anche avanzato la richiesta di poter produrre cannabis terapeutica, che non ha mai avuto seguito.

Lazio
Con il decreto 151, approvato il 21 aprile 2017 e firmato dal commissario della Sanità e presidente della Regione Nicola Zingaretti, anche nel Lazio è stata approvata una legge che regolamenta la cannabis terapeutica. Saranno solamente 3 le categorie di pazienti a cui potranno essere prescritti medicinali a base di cannabis in maniera del tutto gratuita tramite il Servizio Sanitario Regionale che si farà carico dei costi e sono tutte inerenti al dolore cronico in diverse patologie: per il dolore cronico legato a spasticità “di grado moderato severo, in pazienti affetti da sclerosi multipla, non adeguatamente controllato con terapie convenzionali”, con la prescrizione del neurologo; per lenire il dolore per lesione del midollo spinale “non adeguatamente controllato con le migliori terapie analgesiche farmacologiche a base di oppioidi” o nei casi in cui ci sia intolleranza a quelle terapie, anche in questo caso serve la prescrizione del neurologo. Per ridurre il dolore del paziente oncologico, sempre in caso di inefficacia o intolleranza di altri farmaci, “su prescrizione degli specialisti di cure palliative”. Tutti gli altri pazienti ai quali verrà prescritta la cannabis terapeutica (su ricetta non ripetibile) la troveranno a pagamento nelle farmacie galeniche che effettuano questo tipo di preparazione.

Liguria
In Liguria una legge regionale sulla disciplina dei farmaci a base di cannabis è stata approvata nel 2012 e poi modificata nel 2013; prevede che i farmaci cannabinoidi possano essere prescritti dal medico specialista del Servizio Sanitario Regionale e dal medico di medicina generale dell’SSR, con oneri a carico del Servizio Sanitario Regionale, sulla base di un piano terapeutico redatto secondo le specifiche disposizioni previste dalla normativa vigente. Nel 2016 è stato invece pubblicato un regolamento per la somministrazione dei cannabinoidi a livello regionale secondo il quale pazienti devono rivolgersi al centro di medicina del dolore e cure palliative dell’Asl di appartenenza o nell’area metropolitana di Genova e che le farmacie delle aziende e enti ospedalieri possono erogare medicinali prescritti dagli specialisti delle stesse aziende. Per i pazienti sotto i 25 anni, invece, la prescrizione è demandata al Gaslini.

Lombardia
In Lombardia la legge regionale è stata approvata nel 2018. La cannabis sarà gratuita se prescritti dagli specialisti in ospedale dei reparti di Anestesia Rianimazione, Centri di Terapia del Dolore di primo e secondo livello e Ambulatori di Terapia del Dolore, Neurologia, Malattie Infettive, Oncologia, Medicina Interna, Oculistica, Reumatologia, Pediatria, Ematologia, Psichiatria/Neuropsichiatria, Radioterapia. La terapia avrà una durata di sei mesi, rinnovabile, e la prima prescrizione sarà fatta dentro l’ospedale dopo di che il paziente potrà farsi fare la ricetta anche dal medico di famiglia.
Le patologie per le quali è prevista la rimborsabilità sono quelle indicate dal decreto Lorenzin del 2015, sempre a patto che le terapie convenzionali si siano rivelate inefficaci. Per le altre patologie è specificato che la cannabis è prescrivibile, ma sarà a pagamento per il paziente.

Marche
Nelle Marche la legge regionale era arrivata nel 2013, ma non è mai stata attuata, e una nuova legge è stata approvata nel 2017. Prevede che la cannabis possa essere prescritta sia dal medico di base che dallo specialista. Senza dare indicazioni sulle patologie viene spiegato che: “è a carico del servizio sanitario regionale se la prescrizione è effettuata in base ad un piano terapeutico redatto da un centro autorizzato dalla Regione e in mancanza di valida alternativa terapeutica”. Infine la Regione si impegna a promuovere l’informazione scientifica e la promozione della ricerca.

Piemonte
La legge regionale piemontese è stata approvata nel 2015, recependo il decreto del ministero della Salute di fine 2015. La legge riconosce il diritto dei pazienti a farsi prescrivere i farmaci cannabinoidi dai medici, da usare in ospedale e a domicilio, adeguata informazione ai medici e al personale sanitario, ma anche ricerca e sperimentazione coinvolgendo le università piemontesi. Nel biennio 2015-16 sono stati stanziati 400 mila euro per il rifornimento dei farmaci. Le patologie per le quali può essere prescritta a carico dell’SSR sono: analgesia in patologie che implicano spasticità associata a dolore (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale) resistente alle terapie convenzionali; analgesia nel dolore cronico quando trattamento con antinfiammatori non steroidei o con farmaci cortisonici o oppioidi si sia rivelato inefficace; effetto anticinetosico ed antiemetico nella nausea e vomito, causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV, che non può essere ottenuto con trattamenti tradizionali; effetto stimolante l’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa, che non può essere ottenuto con trattamenti standard; effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alle terapie convenzionali; riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette che non può essere ottenuta con trattamenti standard.

Puglia
La Puglia aveva creato una delibera nel 2010, anche se la legge vera e propria è arrivata nel 2014 e gli indirizzi attuativi nel 2016. La legge pugliese dispone che il costo dei farmaci cannabinoidi importati dall’estero è rimborsabile dal Servizio Sanitario regionale per le seguenti patologie: l’analgesia in patologie che implicano spasticità associata a dolore (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale) resistenti alla terapia tradizionale; l’analgesia nel dolore cronico (con particolare riferimento al dolore neurogeno) in cui il trattamento con antiinfiammatori non steroidei o con farmaci cortisonici o oppioidi si sia rilevato inefficace; l’effetto anticinetosico e antiemetico nella nausea e vomito causati da chemioterapia , radioterapia, terapia per Hiv, che non può essere ottenuto con trattamenti tradizionali; l’effetto stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici, affetti da Aids, e nell’anoressia nervosa, che non può essere ottenuto con trattamenti tradizionali; l’effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alle terapia convenzionali; la riduzione dei movimenti nella sindrome di Gilles de la Tourette; le condizioni per la rimborsabilità prevedono che l’inizio del trattamento avvenga in ambito ospedaliero e quindi che sia prescritta da uno specialista autorizzato all’interno di un piano terapeutico. È prevista la gratuità anche dopo la dismissione per garantire la continuità terapeutica. Ad ogni modo fare riferimento alla propria AUSL perché la situazione può variare da provincia a provincia.

Sardegna
In Sardegna è stata presentata una nuova proposta per una legge regionale. Si tratta di un nuovo tentativo dopo la bocciatura, lo scorso 24 maggio, di un altra proposta di legge. “L’utilizzo della cannabis per finalità terapeutiche è lecito in Italia – ha dichiarato Paolo Zedda – serve però che la Regione sarda approvi le norme di attuazione per garantirne l’acquisto a carico del sistema sanitario nazionale”.

Sicilia
In Sicilia la cannabis è stata disciplinata nel 2014 con una delibera sull’ “Erogazione dei medicinali e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche” che prevedeva la rimborsabilità dei farmaci a base di cannabis se prescritti in ambito ospedaliero, ma non è mai entrata in vigore. Ad oggi i pazienti si recano ad acquistarla nelle farmacie che effettuano questo tipo di preparazione, pagandola indipendemente dalla patologia.

Toscana
La Toscana è stata la prima regione a creare una legge sulla cannabis terapeutica nel 2012, con alcune modifiche apportate nel 2014 che hanno tra l’altro consentito che potesse essere prescritta da tutti i medici, anche da quello di base. Il trattamento a carico dell’SSR è previsto per pazienti affetti da dolore neuropatico, dolore oncologico, sindorme di Tourette e sclerosi multipla; deve iniziare in strutture ospedaliere pubbliche o private convenzionate dietro prescrizione di uno specialista e può proseguire anche in ambito domiciliare.

Trentino-Alto Adige
L’unico provvedimento è una delibera della provincia autonoma di Trento del 31 maggio 2016 che prevede la prescrizione a carico del servizio sanitario provinciale per 3 condizioni mediche: “analgesia nella spasticità associata a dolore nella sclerosi multipla resistente ad altri trattamenti e nelle lesioni midollari e l’analgesia nel dolore neuropatico o nel dolore oncologico terminale”. E poi la delibera della provincia di Bolzano che prevede la disperazione gratuita per le patologie previste da decreto Lorenzin.

Umbria
Il consiglio regionale dell’Umbria nel testo approvato il 17 aprile 2014 (Disposizioni per la somministrazione ad uso terapeutico dei farmaci cannabinoidi) ha stabilito che l’erogazione di farmaci cannabinoidi per finalità terapeutiche può avvenire sia in ambito ospedaliero o in strutture ad esso assimilabili che in ambito domiciliare. La spesa per tali farmaci resta a carico del Servizio sanitario regionale solo qualora il medico che fa la prescrizione sia alle dipendenze del Servizio sanitario regionale e utilizzi il ricettario del Servizio sanitario regionale. Il testo dispone, inoltre, l’istituzione di un apposito comitato tecnico-scientifico. Tale organo, oltre a definire i protocolli attuativi della legge, ha il compito di promuovere campagne informative rivolte ai pazienti umbri e corsi di aggiornamento e formazione per gli operatori sanitari.

Valle D’Aosta
In Valle D’Aosta il via libera alla cannabis terapeutica è arrivato all’inizio del 2016 tramite una circolare firmata dall’Usl per informare i medici sulla possibilità di prescrivere questi preparati, come previsto dal decreto del ministero dello Salute del 9 novembre 2015. Non è presente una legge regionale.

Veneto
In Veneto il consiglio regionale ha approvato il 28 settembre 2012, la legge n. 38: “Disposizioni relative alla erogazione dei medicinali e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche”. Il provvedimento dispone che i medicinali cannabinoidi possano essere prescritti, con oneri a carico del Servizio sanitario dal medico specialista del SSR e dal medico di medicina generale del SSR, sulla base di un piano terapeutico redatto dal medico specialista. Gratuità prevista solo in questi casi a patto che le terapie convenzionali non abbiano funzionato: analgesia nel dolore cronico correlato a spasticità di grado moderato severo in pazienti con sclerosi multipla; analgesia nel dolore cronico correlato a spasticità di grado moderato severo in pazienti con lesione del midollo spinale; analgesia nel dolore neuropatico cronico, di grado moderato severo; analgesia nel paziente oncologico sintomatico con dolore cronico, di grado moderato severo.

Redazione di cannabisterapeutica.info

*Aggiornato a marzo 2019
www.cannabisterapeutica.info/2017/...NUvbAV4G_zWndek
 
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