Sodium cromoglycate reduces short- and long-term consequences of status epilepticus in rats, Il cromoglicato di sodio riduce le conseguenze a breve e a lungo termine dello stato epilettico nei ratti

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 19/8/2018, 16:22     +1   -1

Advanced Member

Group:
Administrator
Posts:
3,642
Reputation:
+346

Status:


Epilepsy Behav. 2018 Aug 13. pii: S1525-5050(18)30018-0. doi: 10.1016/j.yebeh.2018.06.021. [Epub ahead of print]
Sodium cromoglycate reduces short- and long-term consequences of status epilepticus in rats.
Valle-Dorado MG1, Santana-Gómez CE1, Orozco-Suárez SA2, Rocha L3.
Author information
1Department of Pharmacobiology, Center of Research and Advanced Studies, Mexico City, Mexico.2Unit for Medical Research in Neurological Diseases, National Medical Center, Mexico City, Mexico.3Department of Pharmacobiology, Center of Research and Advanced Studies, Mexico City, Mexico. Electronic address: [email protected].
Abstract
Several studies indicate that sodium cromoglycate (CG) induces neuroprotective effects in acute neurological conditions. The present study focused on investigating if the use of CG in rats during the post-status epilepticus (post-SE) period reduces the acute and long-term consequences of seizure activity. Our results revealed that animals that received a single dose of CG (50 mg/kg s.c.: subcutaneously) during the post-SE period showed a lower number of neurons in the process of dying in the dentate gyrus, hilus, cornu ammonis 1 (CA1), and CA3 of the dorsal hippocampus than the rats that received the vehicle. However, this effect was not evident in layers V-VI of the sensorimotor cortex or the lateral-posterior thalamic nucleus. A second experiment showed that animals that received CG subchronically (50 mg/kg s.c. every 12 h for 5 days followed by 24 mg/kg/day s.c. for 14 days using osmotic minipumps) after SE presented fewer generalized convulsive seizures and less neuronal damage in the lateral-posterior thalamic nucleus but not in the hippocampus or cortex. Our data indicate that CG can be used as a therapeutic strategy to reduce short- and long-term neuronal damage in the hippocampus and thalamus, respectively. The data also indicate that CG can reduce the expression of generalized convulsive spontaneous seizures when it is given during the latent period of epileptogenesis.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/301156..._medium=twitter

Il cromoglicato di sodio riduce le conseguenze a breve e a lungo termine dello stato epilettico nei ratti.
Valle-Dorado MG1, Santana-Gómez CE1, Orozco-Suárez SA2, Rocha L3.
Informazioni sull'autore
1 Dipartimento di Farmacobiologia, Centro di Ricerca e Studi Avanzati, Città del Messico, Messico.2Unito per la ricerca medica in Malattie Neurologiche, Centro Medico Nazionale, Città del Messico, Messico.3 Dipartimento di Farmacobiologia, Centro di Ricerca e Studi Avanzati, Città del Messico, Messico. Indirizzo elettronico: [email protected].
Astratto
Diversi studi indicano che il sodio cromoglicato (CG) induce effetti neuroprotettivi in ​​condizioni neurologiche acute. Il presente studio si è concentrato sullo studio se l'uso di CG nei ratti durante il periodo post-epilettico (post-SE) riduce le conseguenze acute e a lungo termine dell'attività delle crisi. I nostri risultati hanno rivelato che gli animali che hanno ricevuto una singola dose di CG (50mg / kg sc: per via sottocutanea) durante il periodo post-SE hanno mostrato un numero inferiore di neuroni nel processo di morte nel giro dentato, hilus, cornu ammonis 1 (CA1 ) e CA3 dell'ippocampo dorsale rispetto ai ratti che hanno ricevuto il veicolo. Tuttavia, questo effetto non era evidente negli strati V-VI della corteccia sensomotoria o nel nucleo talamico laterale posteriore. Un secondo esperimento ha mostrato che gli animali che ricevevano CG subcronicamente (50 mg / kg sc ogni 12 ore per 5 giorni seguiti da 24 mg / kg / giorno sc per 14 giorni utilizzando minipompe osmotiche) dopo che SE presentava un numero inferiore di convulsioni convulsive generalizzate e meno danno neuronale in il nucleo talamico laterale-posteriore ma non nell'ippocampo o nella corteccia. I nostri dati indicano che il CG può essere usato come una strategia terapeutica per ridurre il danno neuronale a breve e lungo termine nell'ippocampo e nel talamo, rispettivamente. I dati indicano anche che il CG può ridurre l'espressione di convulsioni spontanee generalizzate quando viene somministrato durante il periodo di epilettogenesi latente.
https://translate.google.it/?hl=it&tab=TT
 
Web Contacts  Top
view post Posted on 19/8/2018, 16:29     +1   -1

Advanced Member

Group:
Administrator
Posts:
3,642
Reputation:
+346

Status:


Il sodio cromoglicato è il sale bisodico del cromoglicato, un composto chimico di formula C23H16O11, dotato di attività farmacologica. È infatti in grado di stabilizzare i mastociti determinando, in tal modo, un miglioramento in alcune patologie di natura allergica, soprattutto asma.

Si tratta di un composto stabile ma insolubile in acqua, infatti a pH fisiologico il composto è in buona parte ionizzato e per questo motivo non assorbito.
Indice
1 Cenni storici
2 Farmacocinetica
3 Farmacodinamica
4 Effetti del composto ed usi clinici
5 Tossicologia
6 Controindicazioni ed effetti collaterali
7 Meccanismo d'azione
8 Note
9 Bibliografia
10 Collegamenti esterni

Cenni storici

Il sodio Cromoglicato è stato scoperto dal Dr. Roger Altounyan malato lui stesso di asma. Fu inizialmente considerato un farmaco di svolta nella gestione dell'asma in quanto, in molti casi, i pazienti possono essere liberati dagli steroidi. Successivamente, si è rivelato anche utile come profilassi per l'asma allergico nelle rinocongiuntiviti e nelle allergie alimentari.

Il Dr. Altounyan stava indagando su alcune piante con proprietà bronchodilatanti. Studiando la Khella (Ammi visnaga), usata come rilassante muscolare fin dai tempi antichi in Egitto, il Dr. Altounyan ne intuì le proprietà terapeutiche e deliberatamente ne inalò i derivati del principio attivo: il khellin, per verificare se potevano bloccare i suoi attacchi d'asma. Dopo diversi anni di sperimentazione riuscì ad isolare un composto efficace e sicuro per l'asma, che fu chiamato sodio cromoglicato.

Farmacocinetica

Il sodio cromoglicato viene poco assorbito per bocca e per tale motivo viene utilizzato localmente tramite inalazione o per aerosol. Per via orale l'assorbimento sistemico è scarso (1% circa) e di esso buona parte viene eliminata inalterata nella bile, urine e feci. L'emivita del composto è di circa 80 minuti.

Farmacodinamica

Il meccanismo d'azione del sodio cromoglicato al momento non è ben noto. Da vari studi si è concluso che è in grado di stabilizzare la membrana dei mastociti impedendone la degranulazione conseguente al legame antigene-anticorpo e la conseguente liberazione di istamina. Si ritiene che ciò avvenga per inibizione dell'ingresso di ioni cloro all'interno della cellula. Non è noto, però, se questo blocco sia conseguente ad un'azione del farmaco sulla superficie delle cellule o al loro interno per interferenza con i processi citosolici di fosforilazione proteica.

Effetti del composto ed usi clinici

Il sodio cromoglicato è in grado di indurre, se inalato precedentemente, protezione dagli attacchi di broncospasmo causati da vari fattori: esercizio fisico, allergeni, vari composti chimici ed enzimi. Tale azione rende il farmaco utile da usare qualora si debba intraprendere un'attività che potrebbe scatenare un attacco d'asma: basta assumerlo almeno una mezz'ora prima. Oltre a ciò è in grado, in persone con asma cronica, di ridurre sia la sintomatologia, la frequenza degli attacchi sia il dosaggio di farmaci broncodilatatori e corticosteroidi. L'azione protettiva del sodio cromoglicato è inferiore rispetto a quella dei corticosteroidi assunti per inalazione ma nel lungo periodo può risultare vantaggiosa per la minor presenza d'effetti collaterali.
Si ritiene che il farmaco sia in grado di ridurre la reattività bronchiale e sotto questo punto di vista può trovare applicazione nelle riacutizzazioni stagionali dell’asma allergico.

Il sodio cromoglicato, inoltre, trova applicazione in altre patologie d'ordine allergico quali riniti e congiuntiviti e nella prevenzione delle allergie alimentari[1].

Non tutte le persone, però, possono trovar giovamento dall'uso del sodio cromoglicato anche se pare che i bambini rispondano meglio degli adulti. Non esistendo, però, nulla che possa al momento predire la riuscita della terapia si può solo tentare un trattamento della durata di almeno 4-6 settimane.
In caso di polveri inalabili si utilizza una dose iniziale di 20 mg circa 4 volte al giorno, aumentabile fino a 6-8 volte al dì a seconda dei casi. Qualora si debba intraprendere un esercizio fisico se ne può assumere una dose un mezz'ora prima dell'attività.
Una dose di circa 10 mg 4 volte al giorno la si può usare in caso d'inalazione per aerosol.
Nelle allergie alimentari si utilizza una dose di 200 mg 4 volte al giorno prima dei pasti. In bambini di età compresa tra i 2 ed i 14 anni, invece, si utilizza un dosaggio di 100 mg. Il dosaggio può essere aumentato, in caso di necessità, fino ad un massimo di 40 mg/kg al giorno. Qualora non si riuscisse ad evitare il contatto con alimenti allergenici (per esempio durante i pasti al ristorante o alla mensa) si può utilizzare una dose singola di sodio cromoglicato un quarto d'ora prima del pasto per cercare d'evitare lo scatenarsi della sintomatologia.
Per il trattamento della congiuntivite allergica si possono utilizzare appositi colliri a base di sodio cromoglicato da utilizzarsi 4 volte al giorno.
Per il trattamento della rinite allergica il sodio cromoglicato viene considerato di prima scelta nei bambini anche se antistaminici e cortisonici locali vengono considerati più efficaci. La dose utilizzata è di uno spruzzo per narice 2-4 volte al giorno. In caso di riniti allergiche stagionali la terapia dovrebbe cominciare 2 o 3 settimane prima dell'arrivo della stagione in questione.

Negli USA il Sodio cromoglicato, per via orale, è approvato nella mastocitosi sistemica per alleviare i sintomi gastrointestinali e sistemici[2].

Tossicologia

Al momento non sono stati riportati casi da sovradosaggio di sodio cromoglicato.

Controindicazioni ed effetti collaterali

Il farmaco è controindicato in caso d'ipersensibilità ad uno dei componenti.

A causa del suo scarso assorbimento sistemico gli effetti collaterali sono poco frequenti.
Essi comprendono xerostomia, odinofagia, tosse, senso di affanno o di costrizione toracica. Talvolta può comparire un episodio di broncospasmo transitorio che dopo poco tempo svanisce e che, comunque, può essere trattato con un broncodilatatore. In caso di uso di colliri può aversi un transitorio senso di bruciore e sono stati riportati alcuni casi di alterazione del gusto con comparsa d'un senso d'amaro in bocca.
Nell'uso orale per il trattamento delle allergie alimentari talvolta può aversi senso di nausea, dolori articolari e rash cutaneo.
In rari casi si può avere comparsa di dermatiti, gastroenteriti o miositi e, ancor meno volte, infiltrati polmonari eosinofili con anafilassi.

Non sono noti casi di pericolosità del sodio cromoglicato in gravidanza o durante l'allattamento per cui viene ritenuto sicuro da utilizzare durante questi stadi anche se è bene che ciò avvenga sotto controllo medico.

Meccanismo d'azione

Si suppone che questo farmaco agisca ad uno stadio successivo all'interazione IgE antigene e prima dell'interazione con la cellula bersaglio. In particolare agisce riducendo i meccanismi di degranulazione Ca++ dipendenti, per un blocco dei canali voltaggio dipendenti del Cl-[3][4].

Entrambi i cromoni: (sodio cromoglicato e neodocromil) non hanno effetto sul rilascio di acetilcolina e la successiva contrazione stimolata dall'Ca2+ intracellulare; tuttavia il sodio cromoglicato, non Nedocromil, ad alte concentrazioni sopprime le correnti Ca2+ dipendenti, Cl- attivate dallo stimolo dell'acetilcolina[5].

Note

1.^ Patriarca G, et al., Food allergy and food intolerance: diagnosis and treatment. Intern Emerg Med. 2009 Feb; 4(1): 11-24. Epub 2008 Aug 16. PMID 18709496
2.^ Copia archiviata (PDF), su azurpharma.com. URL consultato il 14 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2009).
3.^ Zegarra-Moran O, Lantero S, Sacco O, Rossi GA, Galietta LJ. Insensitivity of volume-sensitive chloride currents to chromones in human airway epithelial cells. Br J Pharmacol. 1998 Nov; 125(6): 1382-6. PubMed PMID 9863671
4.^ Nilius B, Prenen J, Szücs G, Wei L, Tanzi F, Voets T, Droogmans G. Calcium-activated chloride channels in bovine pulmonary artery endothelial cells. J Physiol. 1997 Jan 15;498 ( Pt 2): 381-96. PubMed PMID 9032686
5.^ LJ Janssen, J Wattie, PA Betti. Effetti del cromoglicato e Nedocromil su ioni correnti in canino muscolo liscio tracheale. Eur Respir J. luglio 1998, 12 (1): 50-6. PubMed PMID 9701414.

Bibliografia

Katzung: Farmacologia generale e clinica; Piccin Editore
https://it.wikipedia.org/wiki/Sodio_cromoglicato
 
Web Contacts  Top
view post Posted on 19/8/2018, 16:46     +1   -1

Advanced Member

Group:
Administrator
Posts:
3,642
Reputation:
+346

Status:


Sodium cromoglycate reduces short- and long-term consequences of status epilepticus in rats
Author links open overlay panel María Guadalupe Valle-Dorado a, César Emmanuel Santana-Gómez a, Sandra Adela Orozco-Suárez b, Luisa Rocha aaDepartment of Pharmacobiology, Center of Research and Advanced Studies, Mexico City, MexicobUnit for Medical Research in Neurological Diseases, National Medical Center, Mexico City, Mexico
Highlights
The neuroprotective effects of Cromoglycate were evaluated short- and long-term after status epilepticus

The acute administration of Cromoglycate after status epilepticus reduces cell damage in hippocampus

Subchronic administration of Cromoglycate after status epilepticus diminishes the expression of the generalized convulsive seizures.

Subchronic administration of Cromoglycate after status epilepticus induces neuroprotection in the lateral-posterior thalamic nucleus

Subchronic administration of Cromoglycate after status epilepticus diminishes the expression of the convulsive seizures

Subchronic administration of Cromoglycate after status epilepticus induces neuroprotection in the thalamus
Abstract
Several studies indicate that sodium cromoglycate (CG) induces neuroprotective effects in acute neurological conditions. The present study focused on investigating if the use of CG in rats during the post-status epilepticus (post-SE) period reduces the acute and long-term consequences of seizure activity. Our results revealed that animals that received a single dose of CG (50 mg/kg s.c.: subcutaneously) during the post-SE period showed a lower number of neurons in the process of dying in the dentate gyrus, hilus, cornu ammonis 1 (CA1), and CA3 of the dorsal hippocampus than the rats that received the vehicle. However, this effect was not evident in layers V–VI of the sensorimotor cortex or the lateral-posterior thalamic nucleus. A second experiment showed that animals that received CG subchronically (50 mg/kg s.c. every 12 h for 5 days followed by 24 mg/kg/day s.c. for 14 days using osmotic minipumps) after SE presented fewer generalized convulsive seizures and less neuronal damage in the lateral-posterior thalamic nucleus but not in the hippocampus or cortex. Our data indicate that CG can be used as a therapeutic strategy to reduce short- and long-term neuronal damage in the hippocampus and thalamus, respectively. The data also indicate that CG can reduce the expression of generalized convulsive spontaneous seizures when it is given during the latent period of epileptogenesis.
Previous article in issue
www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1525505018300180


Il cromoglicato di sodio riduce le conseguenze a breve ea lungo termine dello stato epilettico nei ratti
Link d'autore pannello di sovrapposizione aperto María Guadalupe Valle-Dorado a, César Emmanuel Santana-Gómez a, Sandra Adela Orozco-Suárez b, Luisa Rocha aa Dipartimento di Farmacobiologia, Centro di ricerca e studi avanzati, Città del Messico, MessicoUnito per la ricerca medica in Malattie neurologiche, Centro medico nazionale, Città del Messico, Messico
Mette in risalto
Gli effetti neuroprotettivi di Cromoglycate sono stati valutati a breve ea lungo termine dopo lo stato epilettico

La somministrazione acuta di Cromoglycate dopo stato epilettico riduce il danno cellulare nell'ippocampo

La somministrazione subcronica di Cromoglycate dopo stato epilettico diminuisce l'espressione delle convulsioni convulsive generalizzate.

La somministrazione subcronica di Cromoglycate dopo lo stato epilettico induce la neuroprotezione nel nucleo talamico laterale-posteriore

La somministrazione subcronica di Cromoglycate dopo stato epilettico diminuisce l'espressione delle convulsioni convulsive

La somministrazione subcronica di Cromoglycate dopo lo stato epilettico induce la neuroprotezione nel talamo
Astratto
Diversi studi indicano che il sodio cromoglicato (CG) induce effetti neuroprotettivi in ​​condizioni neurologiche acute. Il presente studio si è concentrato sullo studio se l'uso di CG nei ratti durante il periodo post-epilettico (post-SE) riduce le conseguenze acute e a lungo termine dell'attività delle crisi. I nostri risultati hanno rivelato che gli animali che hanno ricevuto una singola dose di CG (50mg / kg sc: per via sottocutanea) durante il periodo post-SE hanno mostrato un numero inferiore di neuroni nel processo di morte nel giro dentato, hilus, cornu ammonis 1 (CA1 ) e CA3 dell'ippocampo dorsale rispetto ai ratti che hanno ricevuto il veicolo. Tuttavia, questo effetto non era evidente negli strati V-VI della corteccia sensomotoria o nel nucleo talamico laterale posteriore. Un secondo esperimento ha mostrato che gli animali che ricevevano CG subcronicamente (50 mg / kg sc ogni 12 ore per 5 giorni seguiti da 24 mg / kg / giorno sc per 14 giorni utilizzando minipompe osmotiche) dopo che SE presentava un numero inferiore di convulsioni convulsive generalizzate e meno danno neuronale in il nucleo talamico laterale-posteriore ma non nell'ippocampo o nella corteccia. I nostri dati indicano che il CG può essere usato come una strategia terapeutica per ridurre il danno neuronale a breve e lungo termine nell'ippocampo e nel talamo, rispettivamente. I dati indicano anche che il CG può ridurre l'espressione di convulsioni spontanee generalizzate quando viene somministrato durante il periodo di epilettogenesi latente.
Articolo precedente in questione
https://translate.google.it/?hl=it&tab=TT
 
Web Contacts  Top
2 replies since 19/8/2018, 16:22   93 views
  Share