CyberKnife® Radiosurgery as First-line Treatment for Catastrophic Epilepsy Caused by Hypothalamic Hamartoma

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view post Posted on 23/10/2019, 10:30     +1   -1

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pubmed
Cureus. 2018 Jul 12;10(7):e2968. doi: 10.7759/cureus.2968.

CyberKnife® Radiosurgery as First-line Treatment for Catastrophic Epilepsy Caused by Hypothalamic Hamartoma.
Romanelli P1.
Author information
Cyberknife Center, Centro diagnostico italiano, Milano, ITA.
Abstract
Hypothalamic hamartomas (HH) are deep-seated lesions often associated with catastrophic epilepsy (an epileptic syndrome characterized by severe, drug-refractory seizures eventually leading to mental retardation and death). Radical microsurgical resection is not feasible for lesions located within the wall of the third ventricle inside the hypothalamus. Frame-based stereotactic radiosurgery has been reported as an effective treatment modality for small- to medium-size intrahypothalamic hamartomas, providing excellent seizure outcomes without lasting complications. This report describes the use of frameless image-guided robotic radiosurgery (CyberKnife® Radiosurgery System) as a first-line treatment in two children with catastrophic epilepsy induced by HH. Both patients experienced multiple-daily complex partial and gelastic seizures, as well as almost daily generalized seizures. The prescribed dose was 16 Gy (to the 65% isodose for case I; to the 70% isodose for case II). Lesional volume was 11.5 cc (case I) and 8.9 cc (case II). A steady reduction of the seizure frequency and severity was achieved after the treatment, starting about three months after the treatment. The generalized seizures disappeared within one year, while complete resolution of the gelastic seizures required up to 18 months. No seizure recurrence and no radiation-induced side effects or complications were witnessed over a follow-up period of ten years and eight months (case I) and nine years and seven months (case II) since the treatment. CyberKnife radiosurgery proved to be a safe and effective non-invasive first-line treatment in these two children with catastrophic epilepsy caused by HH.
www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30221096
cureus-0010-00000002968-i01

ATTENZIONE ARTICOLO TRADOTTO CON CyberKnife® Radiochirurgia come trattamento di prima linea per l'epilessia catastrofica causata da Hamartoma ipotalamico.
Romanelli P1.
Informazioni sull'autore
1Cyberknife Center, Centro diagnostico italiano, Milano, ITA.
astratto
Gli amartomi ipotalamici (HH) sono lesioni profonde spesso associate a epilessia catastrofica (una sindrome epilettica caratterizzata da gravi crisi farmacologiche che alla fine portano a ritardi mentali e morte). La resezione microchirurgica radicale non è fattibile per le lesioni situate all'interno della parete del terzo ventricolo all'interno dell'ipotalamo. La radiochirurgia stereotassica basata su frame è stata riportata come una modalità di trattamento efficace per gli amartomi intraipotalici di piccole e medie dimensioni, fornendo ottimi risultati di crisi epilettiche senza complicazioni durature. Questo rapporto descrive l'uso della radiochirurgia robotica senza cornice (CyberKnife® Radiosurgery System) come trattamento di prima linea in due bambini con epilessia catastrofica indotta dalla HH. Entrambi i pazienti hanno sperimentato convulsioni parziali e gelastiche complesse multiple-giornaliere, nonché crisi generalizzate quasi quotidianamente. La dose prescritta era 16 Gy (al 65% isodose per caso I; al 70% isodose per caso II). Il volume lesionale era di 11,5 cc (caso I) e 8,9 cc (caso II). Una costante riduzione della frequenza e della gravità della crisi epilettiche è stata ottenuta dopo il trattamento, a partire da circa tre mesi dopo il trattamento. Le crisi generalizzate sono scomparse entro un anno, mentre la risoluzione completa delle crisi gelastiche è richiesta fino a 18 mesi. Nessuna recidiva convulsiva e nessun effetto collaterale o complicazione indotta da radiazioni sono stati registrati per un periodo di follow-up di dieci anni e otto mesi (caso I) e nove anni e sette mesi (caso II) dal trattamento. La radiochirurgia CyberKnife si è dimostrata un trattamento di prima linea sicuro ed efficace in questi due bambini con epilessia catastrofica causata dalla HH.
https://www.translatetheweb.com/?from=&to=...bmed%2F30221096


Free PMC Article www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6136885/
 
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view post Posted on 25/10/2019, 21:05     +1   -1

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Intervista dott. Pantaleo Romanelli, neurochirurgo, Direttore Scientifico Cyberknife Center
L’introduzione della radiochirurgia Cyberknife ha rivoluzionato i moderni trattamenti oncologici, provvedendo un approccio non invasivo ed estremamente efficace per trattare i tumori in tutto il corpo tramite una dose elevata ed altamente focalizzata di radiazioni.
In occasione del primo Focus on Neurotranslation, tenutosi al CDI, il dott. Pantaleo Romanelli, Direttore scientifico del Cyberknife Center, spiega l’evoluzione della chirurgia stereotassica e le nuove applicazioni del CyberKnife.
La radiochirurgia stereotassica ha una lunga storia, essendo stata sviluppata dal Prof. Lars Leksell, neurochirurgo del Karolinska Institutet a Stoccolma. Il Prof Leksell, dopo aver lavorato su vari prototipi, sviluppò nel corso degli anni ’60 dello scorso secolo un apparecchio chiamato Gamma Knife. Tale apparecchio concentra su un preciso volume all’interno del cranio un’elevata dose di radiazioni. il Gamma Knife richiede la fissazione della testa utilizzando un casco stereotassico (un anello metallico che viene saldamente impiantato sulla testa tramite 4 viti fissate in anestesia locale sul tavolato cranico. Una volta bloccato il cranio, si inviano radiazioni gamma, originate da una sorgente composta da isotopi del Cobalto (Co60), sul bersaglio intracranico selezionato. L’elevata dose di radiazioni distribuita alla lesione trattata (un tumore, una malformazione arteriovenosa oppure strutture anatomiche del cervello come il nervo trigemino e l’ippocampo, collegate rispettivamente alla genesi della nevralgia del trigemino e dell’epilessia mesiotemporale) determina un arresto della crescita delle cellule tumorali, l’obliterazione dei vasi anomali oppure l’arresto di sintomi parossistici come il dolore trigeminale o le crisi epilettiche. Il Gamma Knife non permette il trattamento di lesioni extracraniche oppure di organi in movimento. Questo limite è stato superato dal CyberKnife, concepito agli albori del nuovo millennio dal prof John Adler, neurochirurgo presso la Stanford University, con l’intento di permettere il trattamento di lesioni in qualsiasi parte del corpo, comprese quelle in movimento (ad esempio lesioni contenute nei polmoni, nel fegato, nella prostata, etc…).
Qual è stata la novità proposta dal CyberKnife?
La geniale idea di John Adler di montare un acceleratore lineare light-weight, (meno di 30 kg di peso) su un preciso ed affidabile braccio robotico ha permesso di sviluppare un apparecchio in grado di muoversi e seguire gli spostamenti della lesione trattata, permettendo così una vera e propria rivoluzione copernicana della radiochirurgia.
E il ruolo dell'imaging?
Era necessaria una seconda innovazione, cioè lo sviluppo di un sistema di imaging in tempo reale, al fine di provvedere al robot informazioni accurate circa la precisa localizzazione spaziale della lesione trattata ed i suoi movimenti. Combinando l’utilizzo di cristalli di silicio amorfi, utili al fine di ottenere radiografie digitali intra-operatorie dell’anatomia lesionale, con un sistema di ricostruzione anatomica basato sull’estrazione digitale delle immagini corrispondenti alla regione anatomica trattata dalla TC preoperatoria, Adler sviluppò una tecnica precisa ed affidabile per mappare dinamicamente la localizzazione della lesione nello spazio, permettendo al robot di trattarla concentrando su di essa una serie di fasci di elettroni ad alta energia, qualsiasi sia la sua localizzazione, intra o extra-cranica, che sia essa immobile oppure in movimento.
Quali sono i campi di applicazione del Cyberknife?
L’apparecchio così concepito, il CyberKnife, ha rivoluzionato la cura dei tumori, estendendo il campo di azione della radiochirurgia dalle sole applicazioni intracraniche permesse dal Gamma Knife a tutto il corpo. I trattamenti sono stati resi più sicuri e meglio tollerati grazie al fatto che è possibile dividere la dose di radiazioni erogata in più frazioni, aprendo nuove strade al trattamento di lesioni intracraniche come i tumori del nervo ottico. Il Gamma Knife infatti, richiedendo l’applicazione di un casco stereotassico, non permette trattamenti frazionati e può essere applicato solo a lesioni di dimensioni contenute. Un trattamento CyberKnife può essere invece distribuito in più sedute, permettendo di trattare con sicurezza lesioni cerebrali di volume molto più grande rispetto a quelle tradizionalmente trattate con Gamma Knife oppure di irradiare strutture altamente radiosensibili come il nervo ottico, il tronco-encefalo oppure il midollo spinale. Il trattamento di disturbi funzionali come il dolore neuropatico e l’epilessia sta emergendo come un settore di grande interesse per la radiochirurgia CyberKnife.

In merito alla nevralgia del trigemino?

Il Centro CyberKnife del CDI ha trattato oltre 500 pazienti con Nevralgia del Trigemino (probabilmente si tratta del centro con la più vasta esperienza al mondo nel trattamento Cyberknife della nevralgia trigeminale, ottenendo un elevata percentuale di risoluzione del dolore. A paragone con l’intervento chirurgico tradizionale che prevede una craniotomia al fine di risolvere il conflitto neurovascolare, tipica causa del dolore trigeminale, l’intervento CyberKnife non ha prodotto alcuna mortalità né alcun episodio di deficit neurologico maggiore con emiparesi o paresi facciale. Le complicanze osservate sono molto rare e consistono in edema del troncencefalo con peggioramento del dolore (circa un caso su 500). Un comune effetto collaterale, specialmente nei pazienti che subiscono un secondo trattamento a causa di una recidiva a distanza del dolore, è costituito dalla perdita parziale della sensibilità del viso (ipoestesia) dal lato trattato con comparsa di formicolii (parestesie). Nel complesso circa 9 pazienti su 10 raggiungono un soddisfacente controllo del dolore dopo il trattamento, sottoponendosi ad un trattamento del tutto non invasivo e che non richiede alcuna forma di anestesia.
www.cdi.it/it/news/int_romanelli.html
Per informazioni Segreteria CyberKnife:
Tel
📞02 48317 625 / 02 48317 026

www.cdi.it/it/nostriservizi/cyberknife.html
 
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view post Posted on 26/10/2019, 09:23     +1   -1

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Pubblicato il 25 ott 2019
Milano, 25 ott. (askanews) - Utilizzare fasci microscopici di radiazioni per il trattamento non invasivo dell'epilessia e di altre patologie cerebrali. Questa tecnica è uno degli argomenti trattati al convegno internazionale dal titolo Frontiers of Radiosurgery che il Centro Diagnostico Italiano - CDI ha ospitato a Milano. Pantaleo Romanelli, direttore scientifico del Cyberknife Center del Centro Diagnostico Italiano di Milano.
"Ho recentemente sviluppato una tecnica di ricerca presso il Sincrotone europeo che permette di utilizzare dosi di radiazioni enormemente più elevate di quelle conevzionali attraversando sezioni microscopiche di tessuto. Questo trattamento permette di sconnettere e parcellizzare un focolaio epilettico e può rappresentare una cura importante per una larga porzione di pazienti epilettici in futuro.
Il convegno è il primo evento scientifico organizzato dalla Radiosurgery Society al di fuori degli Stati Uniti, per promuovere la conoscenza della radiochirurgia anche in questa area.
"Questa conferenza è estremamente importante perché è un meeting ristretto con specialisti in questo campo. Non è solo un modo per condividere informazioni tra scienziati e ricercatori. Rappresenta anche un'occasione per aiutarci reciprocamente nelle nostre ricerche. Questo serve anche ad aiutare i pazienti sempre più rapidamente", ha spiegato Shalom Kalnicki, professore di radio-oncologia all'Albert Einstein College of Medicine di New York.
Tra gli esperti provenienti da tutto il mondo, Mansur Ahmad, del National Institute of Healt, che si occupa per il governo degli Stati Uniti di programmi di ricerca contro i tumori, in particolare al cervello, e delle nuove tecnologie che stanno emergendo.
"C è un enorme interesse nello sviluppare sistemi di cura più sicuri, meglio tollerati e più efficaci nel breve e lungo termine - ha spiegato - ci sono stati miglioramenti prognostici molto importanti negli ultimi anni, bisogna continuare a lavorarci sopra il più intensamente possibile".
Molti interventi si sono concentrati sulle più recenti applicazioni della radiochirurgia stereotassica - disciplina che utilizza le radiazioni come un bisturi chirurgico "virtuale" per combattere patologie - già applicata al Centro Diagnostico Italiano grazie a Cyberknife: si tratta di un acceleratore lineare montato su un braccio robotico, che può assumere oltre 1.500 posizioni differenti intorno al paziente per arrivare dove la chirurgia tradizionale è interdetta.
Isa Bossi Zanetti, specialista di radioterapia oncologica, ha presentato i risultati definiti "molto buoni" per il trattamento del neurinoma dell'acustico, un tumore raro primario benigno dell'ottavo nervo cranico, grazie all'innovazione nella radiomica, un campo di ricerca emergente nell'imaging.
"Nel caso del neurinoma dell'acustico stiamo analizzando le immagini di risonanza eseguite per i pazienti trattati con cyberknife per capire se esistono delle caratteristiche, non visibili da un occhio umano ma che possono essere estratte con la radiomica, con la possibilità in un futuro, se i dati verranno consolidati, di capire prima se il paziente risponderà o meno al trattamento".
La radiomica sarà il tema del prossimo appuntamento scientifico organizzato a Milano il 15 novembre dal Centro diagnostico italiano.


 
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