AWAKE CRANIOTOMY PER EPILESSIA LESIONALE IN ETÀ PEDIATRICA

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view post Posted on 26/4/2020, 16:05     +1   -1

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Chirurgia dell'epilessia
Or.FR.16
AWAKE CRANIOTOMY PER EPILESSIA LESIONALE IN ETÀ PEDIATRICA
M. Moro*, M. Mazzucco, E. Bosco, S. Tesser, F. Baldanzi, M. Cavanna, P. Longatti Ospedale Ca'Foncello ~ Treviso ~ Italy
INTRODUZIONE: La decisione di operare lesioni interne o prossime ad aree corticali eloquenti non può non valutare i benefici dell’exeresi a fronte dei rischi di deficit neurologici permanenti e il risveglio intraoperatorio del paziente è fondamentale in questo senso. Le awake craniotomy negli adulti costituiscono ormai una condivisa modalità operativa nella cura di tumori, di stati epilettici e nella neurochirurgia funzionale: il mappaggio corticale e subcorticale individua le aree del linguaggio, quelle sensitive e motorie, permettendo quindi la più ampia resezione della lesione riducendo nel contempo i rischi di deficits post-operatori. Nuovi protocolli anestesiologici, peraltro, associati ai sistemi di neuronavigazione e alle tecniche di mappaggio corticale di Penfield e Roberts e poi di Ojemann consentono procedure di awake craniotomy che non richiedendo un’anestesia generale, ne evitano quindi le possibili complicanze e ne riducono i ricoveri post-operatori in terapia intensiva. Qui riportiamo la nostra esperienza di awake craniotomy e stimolazione corticale per il trattamento chirurgico di epilessia lesionale derivante da tumori/angiomi in aree eloquenti, o vicine, in pazienti pediatrici.

OBIETTIVI: Lavori scientifici sull’awake craniotomy pediatrica sono pubblicati in letteratura ma in pochi è riportata l’associazione dell’awake con la stimolazione corticale. Noi descriviamo un gruppo di quattro pazienti pediatrici sottoposti ad awake craniotomy con stimolazione corticale, riportando il nostro management della procedura e i soddisfacenti risultati ottenuti di estesa exeresi della lesione senza che nessuno dei pazienti riportasse deficit neurologici permamenti MATERIALI E METODI: Di recente abbiamo avviato la nostra esperienza nelle awake cranitomy con i pazienti adulti, e i vantaggi conseguiti nella gestione complessiva del paziente ci hanno indotto a scegliere anche per selezionati pazienti pediatrici la medesima procedura. I quattro pazienti trattati avevano un’età compresa tra i 12 e i 15 anni, presentavano all’esordio un’epilessia parziale o complessa, lo studio neuroradiologico documentava lesioni neoplastiche o angiomi nella regione opercolare e nella regione perisilviana e precentrale. Descriviamo le fasi della procedura di awake craniotomy unitamente al protocollo anestesiologico: a tutti e quattro i pazienti pediatrici è stato applicato un mappaggio cerebrale monopolare e bipolare. Un neuropsicologo è sempre stato presente in sala operatoria per il monitoraggio cognitivo e, a due di questi pazienti, ha applicato metodiche di rilassamento. La degenza dei nostri pazienti è stata minima: dai due ai cinque giorni

RISULTATI E CONCLUSIONI: In tutti i pazienti del nostro gruppo si sono ottenuti i risultati che la procedura di awake craniotomy prospettava: avere il paziente sveglio che collabora nel mappaggio delle aree eloquenti ha consentito di delimitare più precisamente la lesione e ottenere complessivamente quindi un’asportazione più sicura ed estesa senza indurre deficits funzionali. Un’asportazione più possibile estesa è cruciale nel trattamento dell’epilessia lesionale. Con il mappaggio cerebrale associato al monitoraggio cognitivo intraoperatorio vengono identificate le aree eloquenti comprese quelle del linguaggio, il che consente al neurochirurgo la conduzione dell’intervento maggior sicurezza della via di approccio alla lesione e della sua exeresi. Nel nostro centro la collaborazione tra neurochirurgo, anestesista, neuropsicologo e neurofisiologo ha raggiunto ottimi livelli ed è condizione indispensabile per un buon risultato in un awake craniotomy. Al pari, contribuiscono alla riuscita, la cura nell’allestimento della sala operatoria al fine di consentire l’osservazione e la comunicazione con il paziente, ma anche il confort del paziente medesimo quando presenti affaticamento nella fase finale dell’intervento; altrettanto importante è l’applicazione di uno specifico protocollo anestesiologico al fine di non avere interferenze con la stimolazione cerebrale, oltreché garantire il minimo rischio di crisi epilettiche intraopteratorie. Abbiamo presentato la nostra esperienza nel trattamento di questo gruppo di quattro pazienti pediatrici con lesioni epilettiche in aree cerebrali eloquenti/adiacenti e possiamo concludere, che nel nostro centro i vantaggi dell’awake craniotomy, ordinariamente applicata per la cura dei pazienti adulti, li abbiamo ottenuti anche nei pazienti pediatrici trattati in awake. Ulteriori validazioni su numeri più grandi di pazienti sono necessari per una verifica dei nostri risultati.


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